Della fine della giornata del 25 aprile ’45, in una Torino «assolutamente queta e deserta», nel “Diario partigiano” ricorda: «Si trattava ora di combattere contro interessi che avrebbero cercato subdolamente di risorgere, contro abitudini che si sarebbero presto riaffermate, contro pregiudizi che non avrebbero voluto morire: tutte cose assai più vaghe, ingannevoli, sfuggenti. E si...

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