
Gli ecosistemi naturali costieri, pur utilizzati dall’uomo per scopi ludico ricreativi, sono pur sempre elementi naturali viventi. Le coste sia rocciose che sabbiose sono la barriera della terraferma nei confronti del mare che, con i cambiamenti climatici, crescerà sempre più avanzando verso terra. La natura a questo proposito ha creato difese naturali rappresentati sulle spiagge dalle dune sabbiose che con altri habitat come i boschi costieri e gli stagni retrodunali sono formidabili sistemi anti erosione e scrigni di biodiversità. La vicenda del piccolo trampoliere Fratino (Charadrius alexandrinus) che insiste nel tentare di nidificare in angolini di spiaggia scampati ai balneari e l’ammassamento di migliaia di persone cui si permette di calpestare tutto lo spazio sabbioso per ascoltare Jovanotti è emblematica
L’articolo di FRANCESCO MEZZATESTA, medico naturalista
IL DIBATTITO SULLE concessioni balneari tra chi vuole mettere a gara le concessioni come vuole l’Europa e chi invece, per favorire gli attuali concessionari, propone di mantenerne l’attuale affidamento in quasi gratuità, al momento è congelato dalla campagna elettorale, ma ignora completamente l’aspetto ecologico del problema: le coste marine non sono merce ma ecosistemi naturali che, pur utilizzati dall’uomo per scopi ludico ricreativi, sono pur sempre elementi naturali viventi. Le coste sia rocciose che sabbiose sono la barriera della terraferma nei confronti del mare che con i cambiamenti climatici crescerà sempre più avanzando verso terra.

La natura a questo proposito ha creato difese naturali rappresentati sulle spiagge dalle dune sabbiose che con altri habitat come i boschi costieri e gli stagni retrodunali sono formidabili sistemi anti erosione e scrigni di biodiversità. Quella biodiversità che volutamente si ignora come si ignora la struttura ecologica della costa spianando tutto con le ruspe per trasformare l’ecosistema in una piatta distesa di sdraio e ombrelloni. La vicenda del piccolo trampoliere Fratino (Charadrius alexandrinus) che insiste nel tentare di nidificare in angolini di spiaggia scampati ai balneari e l’ammassamento di migliaia di persone cui si permette di calpestare tutto lo spazio sabbioso per organizzare i Jova Beach Party e ascoltare Jovanotti è emblematica.

Gli uccelli, i fiori delle spiagge, i microahabitat sono merce per il pensiero dominante che persegue l’idea che tutto deve essere commerciabile e produrre reddito. Che la natura vada protetta sia pure parzialmente è un concetto che per gran parte della classe politica e dei media esiste solo nella testa di qualche ambientalista: la spiaggia sembra essere solo un problema di concessioni balneari. Nella vicina Francia e nella bella Corsica non si devono spendere soldi per difendere gli ambienti ma grazie alla Loi du litoral il demanio pubblico si rafforza. Da noi sciagurate leggi permettono ancora di alienare preziosi elementi naturali demaniali e addirittura si leggono notizie della vendita di intere isole! Per fortuna qualche esempio positivo in controtendenza c’è stato anche se spendendo soldi per ricomprare beni che erano demaniali cioè di tutti noi.

All’isola d’Elba qualche anno fa volevano spianare le ultime dune di Lacona presso il comune Capoliveri. Fortunatamente, in questo caso, la reazione della comunità si è fatta sentire. Gruppi come Legambiente e Natour biowatching con il supporto determinante del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e della stampa locale mobilitarono centinaia di persone per fare acquistare le dune che i privati volevano trasformare in altro. E dopo una dura lotta ce la si fece e la direzione del Parco riuscì a deliberare l’acquisto delle dune salvandole. Oggi le dune di Lacona rimangono e convivono bene con l’occupazione balneare che le circonda. Esistono grazie al Parco e agli elbani che le difesero. L’obiettivo, se in Parlamento vi fossero persone sensibili al tema — per il nuovo parlamento ne fa cenno solo qualche candidato verde —, dovrebbe essere quello di riservare anche solo una piccola parte delle spiagge al demanio naturale mantenendo in vita qualche scampolo di biodiversità costiera. © RIPRODUZIONE RISERVATA