
Entro il 2030 potrebbero essere ristrutturati in Europa 35 milioni di edifici e creati fino a 160mila nuovi posti di lavoro verdi nel settore edile. Oggi, nell’Ue consumiamo circa il 40% dell’energia e rilasciamo il 36% delle emissioni di gas serra dalle nostre case, ma ogni anno solo l’1% è sottoposto a lavori di ristrutturazione per l’efficienza energetica. Secondo le stime di Nomisma, l’Italia ha un deficit di abitazioni di edilizia sociale di almeno 200mila alloggi. La metà degli inquilini delle 700mila case popolari esistenti vivono, per di più, in situazioni di degrado, con bollette molto elevate per lo scarso isolamento termico e per sistemi di riscaldamento inadeguati. Rendere sostenibili mezzo milione di alloggi del patrimonio di edilizia pubblica residenziale entro il 2030, costerebbe quattro miliardi l’anno. Meno di quanto è costato il Superbonus
Foto sotto il titolo: La realizzazione di un cappotto termico per l’efficientamento energetico dell’edificio
PER ACCELERARE GLI interventi sul patrimonio edilizio esistente e per ridurre i consumi energetici nel settore delle costruzioni, l’Unione Europea ha varato due anni fa la “Renovation wave”, nell’ambito dell’European Green Deal. Entro il 2030 — scriveva la Commissione europea il 14 ottobre 2020, varando questa strategia — potrebbero essere ristrutturati 35 milioni di edifici e creati fino a 160mila nuovi posti di lavoro verdi nel settore edile. Oggi, gli edifici nell’Ue consumano circa il 40% dell’energia e rilasciano il 36% delle emissioni di gas serra, ma ogni anno solo l’1% è sottoposto a lavori di ristrutturazione per l’efficientamento energetico. Da qui la strategia di avviare interventi efficaci anche nel settore edilizio per rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050.

Il vicepresidente esecutivo della Commissione, responsabile per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, fu molto netto: «Vogliamo che in Europa tutti possano illuminare la propria casa, riscaldarla o raffrescarla senza rovinarsi né rovinare il pianeta. L’ondata di ristrutturazioni migliorerà i luoghi in cui lavoriamo, viviamo e studiamo, riducendo nel contempo il nostro impatto sull’ambiente e creando posti di lavoro per migliaia di europei. Se vogliamo ricostruire meglio servono costruzioni migliori». L’aumento vertiginoso del prezzo del gas rende oggi ancora più stringente il compito annunciato due anni fa a Bruxelles.
Che se n’è fatto finora? L’Olanda ha deciso di intervenire su 100mila abitazioni per trasformarle a consumo zero, attraverso l’isolamento termico, impianti di produzione energetica rinnovabile, cappotti e infissi isolanti pre assemblati per ridurre costi e tempi degli interventi. E l’edilizia pubblica è diventata il laboratorio dall’innovazione nel settore edilizio.
Da noi? Secondo le stime di Nomisma, l’Italia ha un deficit di abitazioni di edilizia sociale di almeno 200mila alloggi. La metà degli inquilini delle 700mila case popolari esistenti vivono, per di più, in situazioni di degrado, con bollette molto elevate a causa dello scarso isolamento termico degli edifici e dei sistemi di riscaldamento inadeguati.
Per rendere sostenibili mezzo milione di alloggi del patrimonio di edilizia pubblica residenziale entro il 2030, è stato stimato un costo di quattro miliardi l’anno. Molto meno di quanto è stato speso per il Superbonus — di cui hanno beneficiato finora soprattutto i ceti sociali medio alti — con vantaggi energetici e sociali molto più rilevanti, come ha scritto su queste pagine nei mesi scorsi Vittorio Emiliani. Vi sembra che qualcuno se ne occupi seriamente in questa campagna elettorale? © RIPRODUZIONE RISERVATA