Salvini ha visto in lui chi dice ciò che il segretario della Lega non può dire. Tutti sono richiamati alla disciplina: le donne, gli omosessuali, persino gli handicappati. Per lui non sono solo diversi, sono malati. In fondo la malattia è l’unica differenza o irregolarità (provvisoria) compatibile con l’ordine costituito. Ora che è candidato se Vannacci avrà un successo personale nell’ambito di un risultato complessivamente modesto della Lega state sicuri che comincerà a porsi il problema di come mettersi in proprio


◆ Il pensierino di GIANLUCA VERONESI

Il nome ricorda un dispregiativo (i ragazzacci, i fattacci tuoi ecc.) ma l’uomo deve essere, al di là delle apparenze, intelligente. Intanto ha un curriculum perfetto per i tempi che corrono e una serie di coincidenze che lo rendono alla moda. Prima di tutto è un militare, addirittura un generale. Che in tempo di guerre non guasta. È vero che il nostro esercito largheggia in generali ma in tempi di pace il titolo è collegato all’anzianità, non all’eroismo dimostrato. Egli è stato però capo di uno di quei reparti operativi che imparano davvero a entrare in azione. Poi è stato addetto militare presso l’Ambasciata italiana a Mosca. Il posto giusto per tessere amicizie e capire qual è l’aria che tira.

Tutti aspetti che hanno ben impressionato Salvini che ha visto in lui colui che dice ciò che il segretario della Lega non può dire. Anche se ultimamente il leghista si è espresso molto liberamente pure su temi delicati, con tesi quasi sempre divergenti dal resto della maggioranza. Il principale responsabile del successo del libro è il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha avvallato con entusiasmo l’intervento disciplinare dei superiori del generale. La curiosità dilaga e il libro va a ruba. Il ministro è una persona seria, non presenzialista ma pronto alla polemica pubblica quando ritiene che al centro del dibattito ci siano temi etici e identitari. Il libro nessuno ammette di averlo comprato e letto (me compreso) ma i media ci hanno bombardati di citazioni. Per come sono state estrapolate e riferite, le affermazioni del generale appaiono perle di saggezza, sentenze da “santone” o guru, raccomandazioni da manuale militare.

Vannacci assume la postura eroica di un Savonarola che dice papale papale – e con sprezzo del pericolo – la verità fino ad oggi nascosta. Di solito, ci si aspetta che faccia notizia qualcuno che annuncia novità, che si affacci sul futuro. Invece abbiamo il combattivo decalogo del “ritorno alla normalità”. Tutti sono richiamati alla disciplina: le donne, gli omosessuali, persino gli handicappati. Per lui non sono solo diversi, sono malati. In fondo la malattia è l’unica differenza o irregolarità (provvisoria) compatibile con l’ordine costituito. Cosa vuol dire: “le donne, i gay, i portatori di handicap”. Il generale ne parla come fosse l’artiglieria, l’aviazione, gli alpini. Ciascuno è diverso dagli altri ed è questa “unicità” il valore e l’arricchimento che ciascuno di noi porta alla collettività. Persino il generale.

Vedremo coma va a finire la candidatura ma se Vannacci avrà un successo personale nell’ambito di un risultato complessivamente modesto del partito state sicuri che comincerà a porsi il problema di come mettersi in proprio (ovviamente per il bene del Paese). © RIPRODUZIONE RISERVATA

Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.