L’invasione della Russia in Ucraina sta trascinando la transizione energetica verso il baratro a causa dei cospicui interessi che affondano le radici nell’industria militare e nella filiera del gas. Alla volontà di cambiamento della produzione energetica e dell’abbassamento delle emissioni di Co2 si contrappongo le grandi compagnie Oil & Gas, che hanno trovato nelle enormi macchine belliche, messe in disparte (quantomeno in Europa) dalla fine della guerra fredda, la chiave di volta per poggiare le fondamenta di un rilancio dei loro profitti. Secondo le stime, un mese di guerra tra Russia ed Ucraina può portare ad emissioni di anidride carbonica nell’aria pari a quelle emesse in un intero anno da una città come Napoli. Anche le sanzioni della comunità internazionale alla Russia giocano un ruolo fondamentale: le forniture di gas americano rallentano la transizione energetica L’articolo di MARIO AGOSTINELLI – C’È UNA CHIAVE anche lessicale per valutare l’approccio del governo delle destre alla lotta contro il cambiamento climatico: l’introduzione del concetto di “sicurezza energetica” abbinato alla funzione del ministero per l’Ambiente. Un concetto che puntualizza la garanzia di potenza e velocità di fornitura delle fonti energetiche a cui si ricorrerà anche in futuro, assicurandone la prelevabilità da qualsiasi giacimento raggiungibile, purché in un Paese “amico”. Giacimento, ovviamente, richiama immediatamente la...

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Dal 2011 presidente dell’Associazione Energia Felice. È stato ricercatore all’Enea, sindacalista Cgil e consigliere regionale in Lombardia. È portavoce del “Contratto mondiale per l’energia e il clima” e nella presidenza del comitato “No al nucleare, sì alle rinnovabili”