Fabio Fazio (in basso a sinistra) nella squadra di Sandro Paternostro in “Diritto di replica” (1991-1995), con Enrico Magrelli, Oreste De Fornari e Stefano Magagnoli

A modo suo ha creato un linguaggio portando telespettatori e interesse non effimero ad una vita politica e televisiva sempre più asfittica e irrespirabile


Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

È UNA SOSTANZIALE espulsione quella di Fabio Fazio dalla Rai, dai tempi remoti in cui con altri giovanissimi stava alla corte di un Sandro Paternostro reduce da Londra, mi pare, ancora intriso di humour anglosassone (prima di impazzire per la bonazzona Carmen Di Pietro e addirittura sposarla). Fazio a suo modo, cioè ironicamente quanto rispettosamente, ha avuto decine e decine di ospiti dei più diversi generi con validi collegamenti in video, con Premi Nobel della scienza in specie. Insomma a modo suo ha portato telespettatori e interesse non effimero ad una vita politica e televisiva sempre più asfittica e irrespirabile. La sua trasmissione era per me, per noi, un appuntamento atteso per qualità degli ospiti internazionali e per domande e risposte in presenza o in collegamento informate ma spiritose. Ricreando personaggi che erano magari stati al mitico arboriano “Quelli della notte”. Insomma la sua forzosa assenza e quella della sua squadra di creativi — con l’ipocrisia del mancato rinnovo del contratto — lascia tutti orfani di un pezzo di Rai intelligente, spiritoso, inventivo. Come lo sostituiranno? Coi precedenti saltafossi del ministro Sangiuliano c’e da aspettarsi di tutto fuorché un divertimento diffuso e intelligente. Non ha forse scritto in altri tempi una monumentale biografia di Putin? Verba volant ecc. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.