I partiti, come noto, sono i luoghi meno democratici della nazione. Il segretario è un autocrate che di fatto decide chi sarà eletto. Volete convincermi che gli eletti non sono pedissequi esecutori degli ordini del loro “creatore”? E vi pare giusto che tra un mese mille persone votino in segreto la persona più importante del paese? Hanno in mano un potere eccezionale e cercheranno di usarlo. Centinaia di loro sanno già che non torneranno nel loro emiciclo. Per un seggio (o anche solo la promessa di questo) sono pronti a cambiare partito. Pensate che, come i cardinali in conclave, saranno illuminati solo dallo spirito santo? Il pensierino di GIANLUCA VERONESI Chi è eletto in parlamento diventa la donna o l’uomo più pubblico del Paese, le sue decisioni sono politiche non personali PUÒ DARSI CHE la mia idea sia molto contro intuitiva. Che il mio pensiero laterale mi faccia brutti scherzi ma comincio a pensare che in Parlamento non dovrebbe esistere il voto segreto. Tutti straparlano di trasparenza e poi si nasconde — nel luogo più sacro — l’atto fondamentale in una democrazia. Chi si candida e, ancor più, chi viene eletto è consapevole della responsabilità che sta assumendo: diventa la donna o l’uomo più “pubblico” del paese. Chi ricopre quell’incarico non...
Voto in parlamento: perché segreto? Nel luogo più sacro si gioca a nascondino con la democrazia
Gianluca Veronesi
Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.