La comunità internazionale ha salutato l’avvento della democrazia in Myanmar e incoraggiato il paese a proseguire su quella strada. Le forze armate non hanno però mai lasciato il potere. E Aung San, zia Aung, cosa ha fatto? Combattente per i diritti umani e la dignità delle persone, è stata a guardare, ha minimizzato, ha difeso...
L’arresto di Aung San Suu Kyi nel Myanmar lasciato solo, in mano ai militari
Articolo PrecedenteLa giostra delle dichiarazioni e il can can sul nulla. Vedi alla voce “banchi a rotelle”
Articolo Successivo Lo stato di eccezione permanente in Europa: di “eco-exit” vogliamo parlarne?
Stefano Rizzo
Giornalista, docente universitario, romanziere, ha insegnato relazioni internazionali all’Università la Sapienza di Roma. Ha collaborato con svariate testate a stampa e online scrivendo prevalentemente di politica e istituzioni degli Stati Uniti. E’ autore di svariati volumi di politica internazionale: Ascesa e caduta del bushismo (Ediesse, 2006), La svolta americana (Ediesse, 2008), Teorie e pratiche delle relazioni internazionali (Nuova Cultura,2009), Le rivoluzioni della dignità (Ediesse, 2012), The Changing Faces of Populism (Feps, 2013). Ha pubblicato quattro volumi di narrativa; l’ultimo è Melencolia (Mincione, 2017)