In una frazione di attimo, il fotografo Jérôme Brouillet congela per sempre il surfista Gabriel Medina sospeso in cielo, col dito alzato in segno di trionfo e la postura di un dio greco sceso dall’Olimpo sui giochi di Parigi 2024. All’altro capo del mondo, qualche settimana prima, Evan Vucci si sposta di un passo sotto un palchetto elettorale e snap. L’immagine è incredibile, ci sono tutti gli elementi di un film americano: i secret services con gli occhiali neri, la bandiera stagliata su un cielo azzurro, il pugno alzato, la faccia sofferente ma ancora fiera di Trump, come se non si fosse reso conto di nulla e, nonostante tutto, volesse andare avanti. La partita a scacchi tra umano e software sarà lunga. Per ora, nella frazione di un attimo vince lo scatto umano

Qui in alto lo scatto iconico di Evan Vucci, sotto il palco di Donald Trump a Butler, in Pennsylvania (credit Ap Photo/Evan Vucci); sotto il titolo, lo scatto di Jérôme Brouillet congela per sempre il surfista Gabriel Medina sospeso in cielo, col dito alzato in segno di trionfo

◆ Il commento di DIEGO PIROZZOLO

Lo scatto di Jérôme Brouillet sul surfista brasiliano Gabriel Medina qualche attimo prima della sua emersione dalle acque di Teahupo’o a Tahiti con la postura di un dio greco sceso dall’Olimpo con un surfboard legato al piede (credit Afp)

È una delle onde tra le più alte della giornata; un tubo d’acqua perfetto che scorre veloce, avvolgendo e travolgendo tutto al suo passaggio. L’uomo vi si avventa, scompare tra le sue azzurre pareti per riapparire perfettamente eretto sulla tavola da surf, in un gesto di grazia e talento sportivo. Poi un salto e snap: si chiude e si apre l’otturatore della macchina fotografica. In una frazione di attimo, il fotografo Jérôme Brouillet congela per sempre il surfista Gabriel Medina sospeso in cielo, col dito alzato in segno di trionfo e la postura di un dio greco sceso dall’Olimpo. Snap, l’istante decisivo è bressoniano, quando occhio, mente e cuore sono sulla stessa linea d’onda per realizzare quella che Time ha definito: “L’immagine del trionfo dei Giochi estivi del 2024”. Lo scatto, realizzato durate le Olimpiadi di Parigi a Tahiti (nella Polinesia Francese), farà il giro del mondo ed in molti a giurare essere un fotomontaggio o un artefatto dell’intelligenza artificiale. 

Jérôme Brouillet a Tahiti in uno scatto di Mike Leyral (credit Afp)

Quale applicazione ha usato Brouillet per realizzare questo effetto? ci si chiede sui social, costringendo il fotografo a doversi quasi giustificare, perché quella foto in realtà l’ha scattata davvero, grazie al suo istinto, alla sua abilità o anche a quel pizzico di fortuna così umano che accompagna spesso opere di successo. Siamo in epoca d’intelligenza artificiale, con un semplice comando ben espresso si può chiedere al software di tutto: realizzare video, immagini, analizzare dati, scrivere testi, confrontare vari scenari, prendere decisioni. Una tecnologia che apporterà cambiamenti e miglioramenti epocali alle nostre vite: applicazioni nella medicina, ricerca, istruzione, solo per citarne alcune, ma aprirà al contempo una sorta di partita a scacchi tra l’uomo ed il software, come la giocò Kasparov con il computer Deep blue. In quella circostanza il campione del mondo perse la prima partita, ma vinse e pareggiò le altre con il risultato finale di 4 a 2 in suo favore. 

Pechino, 5 giugno 1989, Piazza Tienammen: uno studente inerme davanti a una colonna di carri armati (foto di Jeff Widener)

Era il 1996, quanta tecnologia da allora è stata sviluppata entrando nella nostra quotidianità? Certo, occorrerà riflettere sulle potenzialità e sulle criticità dell’IA, cercando di coglierne gli aspetti positivi e ridurre i rischi, contrastando le storture del sistema, ma sarebbe un discorso troppo lungo da trattare in questo articolo ed il dibattito è ancora vivo tra gli studiosi. Quello che è curioso, per tornare all’immagine del surf, è che un tempo la fotografia era considerata come una prova quasi inconfutabile, la pistola ancora fumante che indicava il colpevole. Un reportage fotografico poteva scuotere gli animi, mostrare senza dire, stile immagine manifestante piazza Tienanmen. Per gli effetti speciali non serviva un photo editor, ma bastava affidarsi allo sguardo acuto e sensibile dell’artista. 

Uno scatto di William Egglestone su un vecchio triciclo arrugginito ripreso dal basso racconta la provincia americana

Viene in mente William Eggleston che grazie ad un punto di vista inusuale riusciva a raccontare la quotidianità con lo sguardo di una mosca. Celebre un vecchio triciclo arrugginito ritratto dal basso, in modo da assumere proporzioni quasi giganti, come se noi osservatori fossimo insetti e ci muovessimo in volo sulle strade della provincia americana con la stessa disinvoltura della scrittura di Raymond Carver. Dietro la superficie delle sue diapositive, in apparenza così semplici e comuni, ciò che si percepisce è una storia americana, con i suoi miti, le sue crepe, le sue contraddizioni, con quel senso di inquietudine sottile che si insinua alla stregua proprio di una storia di Carver. Ed è ciò che l’intelligenza artificiale ancora non sa fare, restituire una storia sorprendente con un’immagine banale, priva di effetti, ma dai significati intensi e profondi. 

Evan Vucci, Premio Pulitzer del 2021, davanti alla Casa Bianca il 10 novembre 2022 (credit Ap)

Oggi la caratteristica di essere documento autentico della fotografia si è completamente perduta. La pistola fumante è caricata a salve, almeno fino a quando un reporter, Evan Vucci, con tempestività si sposta di un passo sotto un palchetto elettorale e snap. Scatta ancora una foto iconica. Un’altra canna, fuori dalla metafora, purtroppo ha fumato, contro il candidato Donald Trump. L’immagine è incredibile, ci sono tutti gli elementi di un film americano: i secret services con gli occhiali neri, la bandiera stagliata su un cielo azzurro, il pugno alzato, la faccia sofferente, ma ancora fiera di Trump, come se non si fosse reso conto di quello che è accaduto e, nonostante tutto, volesse andare avanti, resistere. Nel giro di poche settimane sono state scattate due foto che resteranno nella storia: dello sport e della politica. In questo caso un video che riprende il fotografo che scatta, confermerà la verità: state tranquilli, non è una Fake news. 

In quel lontano fin du siecle, Kasparov concederà la rivincita al computer, nel frattempo aggiornato, vincerà il software di misura, ma vincerà. Oggi, in tempi di intelligenza artificiale, l’uomo vince ancora sul software; godiamoci queste splendide foto ancora frutto dell’abilità e del talento umano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scrive dal 2006 su BitCulturali di arte e cultura. Ha curato mostre tra le quali “Il futuro è passato qui” della Fondazione Sapienza e coordinato convegni su economia e sviluppo sostenibile come “Perché consumiamo quello che consumiamo”, facoltà Economia La Sapienza. Ha pubblicato volumi scientifici tra i quali “Elementi di Diritto Cooperativo”, “Vigilanza sulle società Cooperative”,Isicoop, Facoltà di Economia La Sapienza