Il socialismo italiano ha una storia complessa e piena di differenze, al punto che di alcuni suoi protagonisti si è perso il ricordo. Andrea Costa, uomo dell’Ottocento, è stato il primo deputato socialista nell’Italia unita, e, benché sia scomparso una dozzina d’anni prima del Ventennio, le sue idee ispirarono l’antifascismo prima e la Resistenza poi


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

► In Italia il socialismo riformista o riformatore ha avuto sin dalla nascita grandi difficoltà per le proprie origini libertarie che rifiutavano in partenza la rappresentanza parlamentare. Anche la isolata elezione di Andrea Costa “andato a piantare la bandiera” su Montecitorio non poteva risolvere il problema pur se Costa fu autorevole presidente di turno della Camera dei deputati. Al suo funerale i vecchi compagni commentarono negativamente il fatto che il loro Andreino venisse esposto con una fascia che ne dichiarava l’appartenenza alla Massoneria. Un primo passo era stato fatto e però tanti altri avrebbero dovuto seguire, e invece la svolta squadrista e il ventennio fascista ne impedirono il lineare sviluppo democratico.

Andrea Costa ispirò certo gli alti ideali che furono alla base dell’antifascismo e più tardi della Resistenza dalla quale nascono la Assemblea Costituente e la stessa Costituzione repubblicana. Fra le cause fondamentali del ritardo del nostro Paese che rimase ancora a lungo un Paese rurale con masse contadine sfruttate e analfabete. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.