Con una serie di brevi ritratti, come “acquarelli” letterari, Vittorio Emiliani racconta personaggi – che ha conosciuto – più o meno celebri, spesso dimenticati, e che hanno lasciato una traccia nell’Italia dal dopoguerra alla fine del secolo scorso

L’acquarello di VITTORIO EMILIANI

Milano, 26 aprile 1945, il numero 1 dell’Avanti nuova serie; sotto il titolo, Riccardo Lombardi

Siciliano di Regalbuto, alla Liberazione di Milano l’ingegner Riccardo Lombardi è stato nominato prefetto di una Milano affamata, senza pane né latte. Fu il sindaco di Milano del Cln e provvide ai primi bisogni elementari dei più poveri. È un’anima lunga che con accento siciliano sollecita, rianima, incita a risollevarsi dalle macerie.

È del Partito d’Azione vicino ai socialisti. I contadini, gli allevatori applaudono. Tocca a loro offrire il latte. La fatica contadina nella paura della guerra che li attanagliava coi muggiti delle vacche nelle stalle li ha fatti sudare in quella primavera del ’45. Adesso però guardano avanti, al raccolto di grano spesso danneggiato dalla truppa, alla vendemmia autunnale che promette bene. Con mille pensieri complicati. Sono lontani i tempi della battaglia del grano e dei gerarchi che in orbace premiavano gli agricoltori più solerti.

Adesso quell’ingegnere là, quel Lombardi, gli chiede di dare di più arrotando la erre siciliana. Ma come cavolo si fa, si potrà fare? I partigiani sfilano a Milano liberata da quelli venuti dall’Oltrepo Pavese guidato da un trentenne alto e robusto coi capelli a spazzola. Si chiama Italo Pietra e parla chiaro citando cifre, dati. Lombardi annuisce severo. Si può fare. Forse e senza forse si può fare. Siamo vicini all’Abbazia di Chiaravalle dai mattoni rossi. Si può fare. Forse e senza forse si può fare fuori da quella Milano pur semidistrutta dai bombardamenti aerei. La voglia di reagire, di riprendersi c’è. Mussolini è stato fucilato con la Petacci nel Comasco. È proprio finita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.