Eredità abbandonate delle Olimpiadi di Cortina 1956; delle nuove opere per i giochi invernali del 2026 i costi reali sono ancora ignoti

I processi decisionali sulle diverse opere sono tutti secretati e i loro costi sono talmente flessibili da aver portato le Olimpiadi a costo zero (dossier di candidatura, giugno 2019) a un costo previsto, maggio 2024, di 5,7 miliardi di euro. Tutte le opere, sportive e di mobilità, nel loro insieme dovevano essere sottoposte a una Vas (Valutazione ambientale strategica) nazionale: non lo sono state. Comitati locali distribuiti in tutte le località che ospitano l’evento sportivo (Milano città, Cadore, Alto Adige, Valtellina, Trentino) si sono mobilitati, con un’azione di supplenza verso un  dovere disatteso da parte delle istituzioni italiane e del Coni nazionale.  E solo grazie a un monitoraggio articolato (80 opere messe sotto la lente di ingrandimento) i cittadini verranno a conoscere l’iter progettuale, i vincitori delle tante gare, i periodi di inizio e fine lavori, i costi reali delle strutture. Per sconfiggere le infiltrazioni mafiose “Libera” e le associazioni ambientaliste nazionali presenteranno domani 14 maggio i primi risultati


◆ L’analisi di LUIGI CASANOVA, presidente di Mountain Wilderness Italia

Il 14 maggio 2024 a Pieve di Cadore don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, accompagnerà l’associazione e i vertici dell’ambientalismo italiano in una campagna di monitoraggio di tutte le opere olimpiche del 2026, Milano Cortina. Perché il volontariato viene costretto a inserirsi in un percorso tanto impegnativo? Perché, nonostante le leggi nazionali sulla trasparenza e i diritti all’informazione sanciti dalle direttive europee e dalla Convenzione di Aarhus (una convenzione internazionale, sottoscritta dall’Italia, garantisce a individui e associazioni il diritto di accedere alle informazioni e a partecipare alla costruzione delle decisioni) i processi decisionali sulle diverse opere sono tutti secretati. Ovunque sono stati imposti commissari: un progetto lo si viene a conoscere solo quando approvato dalle conferenze dei servizi regionali o nazionali. A quel punto il cittadino avrebbe 30 giorni di tempo per portare suggerimenti. Impossibile avvenga tanto sono complessi i progetti. Le gare di appalto sono riservate a un ristretto numero di ditte. I costi risultano talmente flessibili da aver portato le Olimpiadi a costo zero (dossier di candidatura, giugno 2019) a un costo previsto, maggio 2024, di 5,7 miliardi di euro.

Mobilitazione dei comitati locali contro la valanga di cemento pronta ad abbattersi sul territorio

Gli obiettivi della trasparenza, della condivisione sono stati tutti rimossi tanto da portare le 8 associazioni ambientaliste ad abbandonare il tavolo di confronto con la Fondazione Milano Cortina 2026, se ne sono andate offese sbattendo la porta (14 settembre 2023). Tutte le opere, sportive e di mobilità, nel loro insieme dovevano essere sottoposte a una Vas (Valutazione ambientale strategica) nazionale, vedasi dossier di candidatura. L’evento olimpico invernale del 2026 ha privato, pertanto, i cittadini, non solo della minima trasparenza, ma anche dello strumento fondamentale nel valutare la sostenibilità: appunto la valutazione ambientale.

È in questo desolante e grigio contesto che si inserisce l’iniziativa di “Libera” e delle maggiori associazioni ambientaliste, sostenute dall’impegno giornaliero dei comitati locali distribuiti in tutte le località che ospitano l’evento sportivo, Milano città, Cadore, Alto Adige, Valtellina, Trentino. Si tratta di un’azione di supplenza verso un  dovere disatteso da parte delle istituzioni italiane e del Coni nazionale. Solo grazie a un monitoraggio tanto articolato (vengono studiate 80 opere) i cittadini verranno a conoscere l’iter progettuale, i vincitori delle tante gare, i periodi di inizio e fine lavori, i costi reali delle strutture. Tutte informazioni che saranno periodicamente aggiornate. Hanno dovuto pensarci i liberi cittadini a costruire uno strumento di lettura e comprensione trasparente. “Libera” infatti è più che mai convinta che solo investendo nell’informazione corretta e nella ricerca del consenso sociale si possono combattere le diverse mafie che ormai si sono inserite in buona parte del tessuto amministrativo e imprenditoriale anche dell’alta Italia (vedasi i rapporti della Corte dei Conti del Veneto, Lombardia e Trentino). A oggi i media italiani sono stati attenti alle comunque emblematiche vicende della inutile pista di bob di Cortina d’Ampezzo. Non si parla, però, minimamente delle Dolomiti interessate da ulteriori ampliamenti delle aree sciabili, sostenuti con ingenti fondi pubblici, in piena crisi climatica. Come non si parla delle distruzioni dei boschi di Livigno o di Bormio nel Parco nazionale dello Stelvio, delle tante circonvallazioni imposte, in Valtellina come in Cadore, grazie a un’infinità di deroghe, in aree a elevato rischio idrogeologico. 

Proteste contro la costruzione di nuovi impianti sciistici, circonvallazioni e spreco di denaro pubblico

Il monitoraggio sostenuto da “Libera”, oltre a fornire uno strumento fondamentale per la lotta contro le infiltrazioni mafiose porterà i cittadini anche a riflettere su temi sociali: l’omologazione delle montagne alle città, l’assenza di servizi nella vallate alpine che ospitano l’evento, il dovere di noi tutti di non sprecare risorse né ambientali né economiche, i temi della legacy delle opere previste, obiettivo anche questo completamente oscurato nelle relazioni progettuali di tutte le opere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bellunese, già Custode forestale nelle Valli di Fiemme e Fassa e ora in pensione, è una voce storica dell’ambientalismo. Il suo impegno sociale è nato nell’antimilitarismo e nel Movimento Nonviolento. È stato presidente di Mountain Wilderness Italia e oggi ne è presidente onorario. Per quasi due decenni, fino a maggio 2020, è stato vicepresidente di Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), ancora oggi è membro del Consiglio direttivo di Italia Nostra del Trentino e rappresenta le associazioni ambientaliste nella Cabina di regia delle aree protette e dei ghiacciai del Trentino.