E venne il giorno del giudizio elettorale. Fascismo prossimo venturo in caso di vittoria della destra? Di fronte a un impensabile e del tutto inattuale attacco agli articoli “intoccabili” della Costituzione, saremmo in molti a organizzare un’opposizione nelle piazze. Vittorio Foa, prigioniero del fascismo, ricordò al missino, già X MAS, Giorgio Pisanò, la natura della nostra Costituzione repubblicana con queste semplici parole: «Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore»

Foto sotto il titolo: Sono 46.127.514 gli elettori in Italia chiamati alle urne per l’elezione di 400 componenti della Camera dei deputati e 200 del Senato della Repubblica (credit di Stefano Wallisch/Ansa)


AL PIAGNUCOLIO CHE si è levato da qualche comparto della sinistra sul fascismo prossimo venturo in caso di vittoria della destra val la pena contrapporre alcuni scarni punti. Se il timore è quello di una svolta parlamentare presidenzialista, addirittura con una maggioranza tale che renda inutile un referendum confermativo, beh questo è uno dei rischi della democrazia, la quale peraltro — non fa male ricordarlo —, ha scelto la veste presidenzialista in vari Paesi dell’Occidente democratico. Quanto al timore sulla modifica di aspetti costituzionali importanti, anche qui è opportuno ricordare che fu il Centrosinistra a riformulare il titolo V della Costituzione per garantire maggior spazio alle Regioni riguardo a temi fondamentali — programmazione territoriale, rifiuti, energia — ma lo fece con una maggioranza non ampia, insufficiente a evitare il referendum confermativo (che peraltro approvò quella decisione parlamentare).

Per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica seggi aperti domenica 25 dalle 7 alle 23

È stato già detto, ma repetita iuvant, che di fronte a un impensabile e del tutto inattuale attacco agli articoli “intoccabili” della Costituzione — quelli che sanciscono i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo e del cittadino, l’inaccettabilità della guerra come strumento per risolvere le contrapposizioni e la natura repubblicana del nostro Stato — saremmo in molti a organizzare un’opposizione nelle piazze.

“Siamo nani, ma poggiamo sulle spalle di giganti”, ammoniva sottilmente Bernardo di Chiaravalle nel XII secolo. E perché la Costituzione sia antifascista e non anticomunista lo spiegò con chiarezza palmare Vittorio Foa al missino, già X MAS, Giorgio Pisanò: «Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giornale digitale di informazione e partecipazione attiva