Che passaggio di testimone tra Novak Djokovic, il re del tennis, imbattibile fino all’altro giorno sull’erba, e Carlos Alcaraz, il giovane talento iberico che dà del tu al Re di Spagna. È successo domenica 16 luglio a Wimbledon, il tempio del tennis, che è il luogo predestinato ai predestinati, dove l’atmosfera (fragole e panna, champagne, tutti di bianco vestiti, clima che più tradizionalista non si può) ha la ritualità che nobilita gli eventi. Ed evento è stato. Carlos ha vinto, viva Carlos L’articolo di GIANLUCA VERONESI UNA FIABA SERVE ormai più agli adulti che ai bambini, per dimenticare per qualche ora le miserie che ci assillano. A questo e’ servito il torneo di tennis di Wimbledon dove è andata in scena la abdicazione del vecchio re e l’ascesa al trono del principe aspirante. Non poteva esserci cornice più adatta per far apparire una deposizione simile ad un tea party. Il Circolo è più inglese e tradizionalista di Buckingham Palace. Il rito obbligatorio sono le fragole con la panna, oltre a sorseggiare champagne sugli spalti. Altroché la guerra in Ucraina! Tanto è vero che due teste di serie erano russi. Il tennis in tutto il mondo si gioca o sulla terra rossa o su cemento e materiali sintetici ma l’esame di maturità per un aspirante campione...

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Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.