La squadra partenopea ha vinto tredici partite consecutive, tra campionato e Champions League (cioè l’élite del calcio europeo per club). In campionato (primo con 10 vittorie e due pareggi) e Champions finora ha segnato 50 gol (e ne ha subiti appena 10) in 17 partite. In un campionato dominato dai capitali stranieri (Inter, Milan, Roma, Atalanta hanno le proprietà oltreoceano) il Napoli ha una sua amministrazione “casalinga”, tutta italiana. Il presidente è un tifoso, Aurelio De Laurentiis, che è anche però un amministratore capace e attento. Finalmente, ora molti riconoscono i meriti di Luciano Spalletti, mai apprezzato in Italia per quanto meritasse


L’articolo di FABIO MORABITO

Il contatto tra Van Dijk e Osimhen punito con il rigore per il Napoli nella gara di andata col Liverpool; sotto il titolo, l’esultanza dei giocatori per il risultato finale fissato al 4 a 1

«È PROBABILMENTE IN questo momento la squadra più in forma del mondo». Così descrive il Napoli il tedesco Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool. Le due squadre martedì 1 novembre si affronteranno di nuovo nella partita di ritorno della Champions League. Entrambe sono qualificate, il Liverpool ha vinto quattro partite su cinque, il Napoli 5 su 5, compresa la prima sfida diretta, quella giocata in casa e vinta dagli azzurri per 4-1 sui formidabili campioni inglesi, assolutamente non abituati a perdere in modo così perentorio.

Il Napoli ha vinto tredici partite consecutive, tra campionato e Coppe (e la Coppa è la Champions League, cioè l’élite del calcio europeo per club). L’ultima in campionato, giocata in anticipo perché in calendario è programmato l’appuntamento internazionale dopo appena tre giorni: gli azzurri si sono sbarazzati del Sassuolo per 4-0, ha segnato tre gol il nigeriano Victor Osimeh, si sono confermati in testa alla classifica. mostrando — ancora una volta — un attacco brillante e un’efficace difesa. E molto spettacolo. Tra campionato (primo in fuga con 10 vittorie e due pareggi) e Champions fino ad ora ha segnato 50 gol (e ne ha subiti appena 10) in 17 partite.

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e l’allenatore Luciano Spalletti

Ma qual è il segreto del Napoli? Anzi, i segreti, perché è un brillante da mille sfaccettature. In un campionato dominato dai capitali stranieri (Inter, MIlan, Roma, Atalanta, per citare solo quattro società big, hanno le proprietà oltreoceano) il Napoli ha una sua amministrazione “casalinga”, tutta italiana, compreso lo sponsor, che non è una criptovaluta o una compagnia aerea araba (sono quelli che vanno per la maggiore) ma un’acqua minerale con la fonte che sgorga dal massiccio Matese, in provincia di Caserta. Il presidente è un tifoso, il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, che è anche però un amministratore capace e attento. Molti riconoscono — finalmente — i meriti di Luciano Spalletti, allenatore molto bravo ma mai apprezzato in Italia per quanto meritasse. Con lui in panchina la Roma ha vissuto una stagione spettacolare ma tensioni con l’idolo di casa e capitano della squadra, Francesco Totti, ne hanno sbiadito il ricordo. Nel suo gioco frizzante il Napoli di oggi assomiglia a quella Roma.

De Laurentiis ha fatto una politica rigorosa sulla riduzione degli ingaggi, e questo ha portato all’addio il capitano e fantasista Lorenzo Insigne, che è andato a giocare in Canada, e che non è rimpianto. Bravo, ma discontinuo, e forse non abbastanza estroverso per una squadra che ora della simpatia e dell’affiatamento ha fatto la sua cifra vincente (ed è anche questo un segreto svelato). Causa ingaggio elevato è andato via — a malincuore — anche il non più giovane (35 anni) attaccante belga Dries Mertens, così innamorato di Napoli e della napoletanità da chiamare suo figlio Ciro. E il fascino del clima di Napoli, la generosità e vivace passione dei tifosi, sono un altro punto di forza che rende l’ambiente galvanizzante per i giocatori.

Il georgiano Khvicha Kvaratskhelia dopo un gol [credit GettyImages]
Poi c’è l’esplosione dei nuovi arrivati. Khvicha Kvaratskhelia è un calciatore georgiano, 21 anni, attaccante travolgente, il cui cartellino è stato acquistato dal Dinamo Batumi, squadra del suo Paese, per dieci milioni di euro. Vale già dieci volte tanto. Oltre al talento georgiano, il Napoli da un’altra parte lontana del mondo, ha preso per rinforzare la difesa Kim Min-jae, fuoriclasse sudcoreano che giocava in Turchia, nel Fenerbahce. Va a sostituire Kalidou Koulibaly, fino a ieri una colonna del Napoli, trasferitosi al Chelsea per 38 milioni di euro a un solo anno alla scadenza del contratto (dopo un anno, se non fosse stato firmato il rinnovo, sarebbe potuto andare via gratis). Per Kim il Napoli ha speso la metà. Nel monte-ingaggi il nuovo travolgente Napoli (che peraltro si è ringiovanito) ha risparmiato circa un quarto sulla spesa della stagione precedente.

Poi sono arrivati Giacomo Raspadori, attaccante del Sassuolo e della Nazionale l’operazione più costosa: 25 milioni più 5 di bonus, a rate perché si tratta di un  prestito con obbligo di riscatto (formula per differire la spesa spalmandola su più bilanci). E l’argentino Giovanni Simeone dal Verona, 3,5 milioni di prestito oneroso, 12 milioni se il Napoli vorrà (ma non è obbligato) a comprare il cartellino. Due attaccanti che non si lamentano anche se spesso sono relegati in panchina: la stagione è lunga, le occasioni sono tante, e quando giocano scintillano. Raspadori ha già segnato quattro gol in Champions, è tra i primi nella classifica dei marcatori di questa competizione.

Il direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli, grande scopritore di campioni e abile negoziatore

In questa formidabile campagna acquisti ha giocato un ruolo decisivo il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, talento non solo nello scoprire campioni ma anche perseverante e abile nel cogliere le condizioni più favorevoli. Per far approdare a Napoli Kvaratskhelia (che i tifosi non conoscevano, ma se ne sono subito innamorati) avrebbe fatto leva perfino sull’invasione della Russia (il campione era stato tesserato da un club russo ma poi era rientrato in fretta nel suo Paese). A Radio Kiss Kiss Napoli Giuntoli ha ammesso come, cogliendo questa congiuntura, si è riusciti a liquidare la concorrenza (anche la Juventus mirava al campione): «C’è stato un interessamento in passato per Kvaratskhelia, ma ci chiedevano tanti soldi. Ahimè, è triste, ma lo scoppio della guerra in Ucraina ci ha permesso di avere un canale meno costoso. Così siamo riusciti a portare il calciatore al Napoli in anticipo rispetto all’inizio del mercato».

Infine, un segreto che è davanti agli occhi di tutti: il calore del tifo nella bellezza magica della città. L’esperienza di Diego Armando Maradona, che scelse Napoli quando avrebbe potuto giocare in qualsiasi top club, insegna perché a Napoli si può vincere divertendosi. «Apro la finestra di casa e vedo il mare» dice con gli occhi scintillanti Giovanni Simeone. Napoli è speciale, e ora ha milioni di sostenitori in Georgia e Corea del Sud, dove i tifosi rispettivamente di Kvaratskhelia e Kim ne seguono le imprese nella squadra più in forma al mondo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Caporedattore - Giornalista, primo articolo pubblicato a quindici anni sul "Calcio illustrato". Un libro a vent'anni sulla storia del Partito radicale da Pannunzio a Pannella. Due contratti in Rai, collaborazioni con radio e tv private, migliaia di articoli in una ventina di testate diverse in Italia e all'estero. Oltre trent'anni di lavoro al Messaggero, dove si è occupato di cronaca, politica, sport, interni, esteri. È stato presidente dell'Associazione stampa romana e componente di Giunta della Fnsi, il sindacato nazionale dei giornalisti. Ha coordinato e condotto decine di corsi di formazione professionale