Nel giorno dell’addio a Fulco Pratesi, il commovente ricordo di Gianfranco Amendola, compagno di mille lotte e iniziative comuni con uno dei pionieri dell’ambientalismo italiano: «È grazie anche alla tua opera appassionata che nel 2022 siamo riusciti a cambiare addirittura la Costituzione, per cui oggi la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi viene inserita ed equiparata, con un richiamo espresso “anche all’interesse delle future generazioni”, alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione». I funerali alle 10:30 alla Chiesa Parrocchiale di San Roberto Bellarmino in Piazza Ungheria

◆ Il ricordo di GIANFRANCO AMENDOLA

► Ciao Fulco, con te scompare un pezzo importante di storia di questo Paese e scompare, dopo mia moglie Gabriella, un altro pezzo importante della mia vita. Tanti anni fa, tu mi hai fatto vedere tutte le bellezze del creato e della natura, tu mi hai ricordato che, oltre al genere umano, ci sono anche gli “altri” animali e che la vera felicità è vivere in pace con la natura. Con te ho imparato che guardare un tramonto ci rende molto più “ricchi” che avere un milione di euro e che dobbiamo combattere ogni giorno per preservare il nostro creato dagli innumerevoli tentativi di utilizzarlo per il profitto economico di pochi.
È grazie anche alla tua opera appassionata che nel 2022 siamo riusciti a cambiare addirittura la Costituzione, per cui oggi la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi viene inserita ed equiparata, con un richiamo espresso «anche all’interesse delle future generazioni», alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione. Contestualmente, sono aumentati i limiti alla libertà dell’iniziativa economica privata, che non solo non deve recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana, ma (ora) neanche alla salute e all’ambiente; con l’aggiunta che la legge deve determinare i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali. Precetto prezioso specie di questi tempi dove una cultura solo mercantile vuole addirittura, attraverso una sapiente manipolazione della “sostenibilità”, bloccare e ritardare la conversione ecologica, come se potessimo influire sul momento, sempre più prossimo, del non ritorno.
Poco dico dell’“uomo” Fulco perché questo è un mio patrimonio e lo voglio tenere per me. Eri un eterno giovane, sempre ottimista e ti defilavi sempre quando, come spesso accadeva specie dopo la nascita dei Verdi, scoppiavano furibonde liti interne di tipo “politico”. A te la politica politichese non è mai piaciuta e forse è per questo che dal Parlamento sei andato via presto tornando, a tempo pieno, nel tuo Wwf. Vorrei scrivere tante altre cose ma adesso non ce la faccio. Mi consola il ricordo di quante ore abbiamo passato insieme a lavorare nel Wwf, mentre noi parlavamo e tu, ascoltando, disegnavi i tuoi magnifici soggetti naturalistici, che poi, alla fine della seduta, ci accapigliavamo per prenderli.
Ciao, Fulco, presto verrò anche io e staremo insieme, te, io, Fabrizia, Gabriella e il tuo meraviglioso barboncino, che ti seguiva ovunque e si è lasciato morire con te.
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Le Oasi di protezione, il tratto distintivo del Wwf Italia
► «Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, Fulco li contattò per far nascere la sezione italiana. ‘Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto’ fu la risposta. Con famiglia e già 4 figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il Wwf Italia, con pochi soldi e tanto entusiasmo», h ricordato in questi giorni l’associazione del Panda. «Entusiasmo che è sempre stato il suo tratto distintivo fino agli ultimi giorni della sua vita. Seppe fare quello che solo i grandi sanno fare: trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un vero e proprio atto di coraggio, con pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato Wwf Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il Wwf Italia dagli altri Wwf nel mondo. Oggi — spiega il comunicato dell’associazione ambientalista — le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura».
«Fondamentale è stato anche il suo contributo alla nascita del sistema dei Parchi nazionali, attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Sempre, gettando il cuore oltre l’ostacolo: come quando, nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire — con un vero e proprio crowdfunding ante litteram — per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione. La sua vita racconta la storia della nostra Associazione — scrive Wwf Italia —. Proverbiali le sue battaglie contro la caccia (per impedire ai cacciatori di entrare nei fondi privati), che lo portarono a ricevere insulti e minacce. Ma anche per la salvaguardia delle creature marine, dai cetacei alla foca monaca, dalle reti spadare. Aveva una grande passione per i piccoli uccelli e per gli ambienti di palude, considerati malsani dai più e invece visti da Fulco, giustamente, come ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Da tutelare. In natura passava ore a osservare gli uccelli e a comporre i primi schizzi per i suoi acquerelli».