Le accademie scientifiche delle nazioni del G7 sono di nuovo scese in campo rivolgendosi direttamente ai Capi di Stato e di Governo che si riuniranno in Germania, a fine giugno. Esortano i loro governi ad agire su quattro grandi sfide globali: lo sviluppo di farmaci antivirali per prepararsi a future pandemie, l’accelerazione dei progressi sulla decarbonizzazione, la protezione degli oceani e del ghiaccio marino e l’attuazione di un approccio “One Health” alla zoonosi e alla resistenza antimicrobica. Le concise, ma intense, raccomandazioni che le Accademie rivolgono ai “potenti della terra” costituiscono anche un bel contributo dal mondo della scienza alla “giornata mondiale dell’ambiente”, che si celebra il 5 giugno. La Corte dei Conti Europea censura l’Ue: i fondi per il clima sono sbagliati; mancano 72 miliardi di euro


L’articolo di MASSIMO SCALIA

IL 31 MAGGIO scorso le accademie scientifiche delle nazioni del G7 sono di nuovo scese in campo, come nei lontani 2005 e 2006 [leggi qui nota 1], rivolgendosi direttamente, come allora, ai Capi di Stato e di Governo che si riuniranno in Germania, a fine giugno. Per esortare i loro governi ad agire su quattro grandi sfide globali: lo sviluppo di farmaci antivirali per prepararsi a future pandemie, l’accelerazione dei progressi sulla decarbonizzazione, la protezione degli oceani e del ghiaccio marino e l’attuazione di un approccio “One Health” alla zoonosi e alla resistenza antimicrobica [leggi qui nota 2]. «La nostra salute e la salute del nostro pianeta sono profondamente interconnesse e dobbiamo dare la priorità a entrambe», ha affermato Marcia McNutt, presidente della National Academy of Sciences degli Stati Uniti: «I governi dovrebbero agire rapidamente e collaborare per affrontare queste sfide globali insieme alla scienza per garantire un futuro migliore per tutti noi».

Le concise, ma intense, raccomandazioni che le Accademie rivolgono ai “potenti della terra” costituiscono anche un bel contributo dal mondo della scienza alla “giornata mondiale dell’ambiente”, che si celebra ogni anno il 5 giugno. Per ognuna delle sfide, riportiamo gli inviti, brevi ma densi, della dichiarazione delle Accademie, rivolti al G7, ma anche a tutto il mondo.

Le dichiarazioni rilasciate dalle accademie scientifiche hanno lo scopo di informare le discussioni al vertice del G-7 in Germania a giugno. Lo sviluppo delle dichiarazioni è stato guidato dall’Accademia nazionale tedesca delle scienze Leopoldina. La presidente della National Academy of Sciences degli Stati Uniti Marcia McNutt (terza da sinistra) era presente alla consegna delle dichiarazioni del 31 maggio a Wolfgang Schmidt, capo della Cancelleria federale tedesca. (Foto di David Ausserhofer per la Leopoldina)

1) Farmaci antivirali: maggiore preparazione per la prossima pandemia Una lezione appresa dalla pandemia Sars-CoV-2 è che, oltre ai vaccini profilattici, sono necessari farmaci antivirali efficaci. I governi del G7 sono invitati a promuovere la scoperta e lo sviluppo di farmaci antivirali specifici e ad ampio spettro, a costruire infrastrutture adeguate per condurre studi clinici efficienti e a promuovere il coordinamento internazionale nel campo della preparazione alla pandemia. 

2) Decarbonizzazione: il caso di un’azione internazionale urgente Le nazioni del G7 hanno contribuito con quasi la metà delle emissioni cumulative globali e attualmente emettono circa il 25% delle emissioni globali annuali di anidride carbonica. È necessaria un’azione immediata per accelerare la transizione verso un mondo con emissioni nette di gas serra pari a zero, anche negative. La dichiarazione invita i governi del G7 a costruire un sistema energetico a emissioni zero e resiliente, a rafforzare la cooperazione internazionale verso una giusta transizione energetica in tutto il mondo, a rafforzare l’alfabetizzazione climatica e il coinvolgimento dei cittadini e a promuovere la ricerca e l’innovazione tecnologica e sociale verso la neutralità climatica.

3) Oceano e criosfera: la necessità di un’azione internazionale urgente L’oceano e la criosfera — che include ghiaccio marino, ghiacciai, calotte glaciali, manto nevoso e permafrost — stanno cambiando più velocemente che mai a causa del cambiamento climatico antropogenico, afferma la dichiarazione. E sollecita: azioni per proteggere l’oceano e la criosfera mediante ambiziosi programmi di riduzione delle emissioni di gas serra per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima; supportare la capacità della biosfera oceanica di contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico; impegnare tutte le forme di conoscenza, compresa la conoscenza indigena, negli sforzi di ricerca. La dichiarazione raccomanda inoltre che i governi del G7 migliorino la cooperazione scientifica internazionale e la condivisione dei dati per un sistema di osservazione e previsione della Terra.

4) La necessità di un approccio sanitario unico alle malattie zoonotiche e alla resistenza antimicrobica Per affrontare le sfide globali poste dalle malattie zoonotiche e dalla resistenza antimicrobica, le accademie chiedono ai governi del G7 di costituire la leadership nell’attuazione di un approccio “One Health”, che mobiliti più settori, discipline e comunità a tutti i livelli della società al fine di: riconoscere l’interconnessione tra salute umana ed ecosistemi; lavorare insieme per promuovere il benessere e affrontare le minacce per la salute. L’approccio dovrebbe essere realizzato a livello globale, regionale, nazionale e locale, afferma la dichiarazione. I governi del G7 dovrebbero anche cogliere le opportunità delle nuove tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale per la prevenzione e il controllo delle zoonosi e della resistenza antimicrobica e promuovere la ricerca e lo sviluppo incentrati sull’approccio “One Health”.

È vero che Menico amava giocare “alle parpagliole” perché era il gioco che sapeva fare meglio, ci informa Manzoni nei suoi “Promessi sposi”, ma non può far altro che piacere che il summit scientifico delle Accademie riconosca la centralità del tema energia/clima — ben due dei quattro inviti rivolti al G7 — che ci trova attenti e militanti. Con buona pace di negazionismi e scetticismi, sempre più rancorosi di fronte alle “terapie” energia/clima messe in atto in tutto il mondo, seppure in modo disuguale e con gravi ritardi, per far fronte alle devastanti conseguenze del climate change.

Val solo la pena ricordare che mentre le raccomandazioni dei punti 1 e 4 riguardano possibilità da affrontare con impegno e serietà, i due blocchi di raccomandazioni che riguardano il nesso energia/clima segnalano, ancora una volta con l’aggettivo “urgente”, quel “non c’è più tempo” diventato solo pochi mesi lessico comune di Capi di Stato e di Governo e ora oscurato, tra i tanti danni, dall’aggressione di Putin all’Ucraina. Ma una guerra irragionevole, come tutte, e scellerata non può essere un alibi per l’immobilismo dei Governi. Sicuramente non lo è per tutto il movimento da anni in lotta contro il climate change. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scienziato e politico, leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente. Primo firmatario, con Alex Langer, dell’appello (1984) per Liste Verdi nazionali. Alla Camera per i Verdi (1987-2001) ha portato a compimento la chiusura del nucleare, le leggi su rinnovabili e risparmio energetico, la legge sul bando dell’amianto. Presidente delle due prime Commissioni d’inchiesta sui rifiuti (“Ecomafie”): traffici illeciti nazionali e internazionali; waste connection (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin); gestione delle scorie nucleari. Tra gli ispiratori della Green Economy, è stato a fianco della ribellione di Scanzano (2003) e consulente scientifico nelle azioni contro la centrale di Porto Tolle e il carbone dell’Enel (2011-14). Co-presidente del Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco (2005-14). Tra i padri dell’ambientalismo scientifico, suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020) (https://www.researchgate.net/profile/Massimo-Scalia)