Gli oppositori alla costruzione della pista denunciano ritardi irrecuperabili e reticenza dei rappresentanti del Coni e del governo sull’alternativa al progetto del nuovo impianto progettato ai piedi delle Dolomiti. Persi già 27 mesi per trovare una ditta in grado di costruirla, prende quota la proposta di affittare la pista di Innsbruck a un decimo dei costi di un nuovo impianto che diventerebbe una zavorra economica per il Comune. Malagò e il governo tacciono ma Zaia apre un varco agli oppositori dell’impianto: «Rispetto all’offerta di Innsbruck, dovremo capire bene dai tecnici quali siano le spese reali che dovremmo sostenere per andarci, dopodiché immagino che qualcuno dovrà prendere una decisione», ha affermato il presidente del Veneto buttando la palla nel campo del governo dopo la manifestazione organizzata da “Cortina Bene Comune” domenica scorsa in piazza Dibona a Cortina d’Ampezzo con un migliaio di partecipanti provenienti da tutte le regioni dell’arco alpino


◆ Il resoconto di MARINA MENARDI

“No alla pista da bob: basta cemento”, “I soldi del recovery spettano ai giovani e al futuro, non a progetti del passato”, “Tempesta Zaia: 500 larici abbattuti per far posto alla nuova pista”, “Medaglia d’oro alla devastazione. Contro le Olimpiadi dello spreco difendendo i territori”, “Politici: è scaduto il tempo dell’ipocrisia ambientalista”: sono solo alcuni degli striscioni che sono apparsi domenica 24 settembre in piazza Dibona a Cortina d’Ampezzo, dove, in una magnifica giornata di sole, si sono riunite un migliaio di persone per dire “no alla pista da bob”. “Bob Cortina: ultima chiamata” è stato l’appello lanciato da Cortina Bene Comune, gruppo rappresentato in consiglio comunale da Roberta de Zanna, alla quale hanno risposto circa 25 associazioni provenienti da varie regioni: Veneto, innanzi tutto, ma anche Friuli, Alto Adige, Lombardia, Piemonte, tutti accomunati da un interesse comune: investire le risorse pubbliche in servizi che siano a favore dei cittadini, anziché spenderle per un beneficio economico di poche persone. «È bellissimo vedere quanti oggi avete risposto alla nostra chiamata. Oggi siamo qui in tanti e chi decide sopra le nostre teste dovrà prenderne atto e farsene una ragione. Vedere che siete venuti anche da lontano fa capire che la posta in gioco è di tutti: l’ambiente di cui noi siamo custodi, e i soldi pubblici che vengono sottratti ad altre spese più urgenti e necessarie» ha detto Roberta de Zanna in apertura della manifestazione. Sulla pista da bob ha detto: «Stanno emergendo tutte le problematiche, e ora siamo alle battute finali: non si è ancora trovata una ditta costruttrice e i tempi sono davvero stretti. Il rischio d’iniziare e non finire è altissimo. Siamo ancora in tempo per fermare questo spreco». 

Pietro Lacasella, scrittore, moderatore del dibattito, ha detto: «La pista è diventata un duplice simbolo: uno negativo perché incarna una programmazione turistica territoriale ad alto consumo di risorse pubbliche della collettività a vantaggio di pochi; un volto positivo siamo noi oggi qui uniti per chiedere un po’ di buon senso e per auspicare una rinuncia che non sarebbe un fallimento, ma un’ottima occasione per dimostrare che il nostro Paese con lungimiranza può ricalibrare il modello economico in base alle esigenze ambientali». 

Giuseppe Pietrobelli, giornalista del Fatto Quotidiano online, ha poi illustrato il crono programma: «Riusciranno i nostri eroi a realizzare la pista? A quale costo? Una missione quasi impossibile. A fine luglio è andata deserta la prima gara indetta da Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina 2026); il 20 settembre è scaduto il termine per la procedura negoziata ad invito delle imprese, e nessuno si è presentato. L’appalto non è ancora stato assegnato. Siamo partiti con 40 mesi di tempo per la nuova pista nel 2019, ora siamo arrivati a 13 mesi. A Pechino, dove costruiscono palazzi in pochi giorni, l’hanno costruita in 18 mesi spendendo 240 milioni di dollari». 

Il Comitato Civico Cortina ha presentato la relazione sui costi dell’impianto, in particolare sulla gestione post Olimpiadi. «Il costo dell’impianto dal 2019 ad oggi è triplicato: dagli iniziali 47 milioni di dollari statunitensi si è arrivati oggi a 124 milioni di euro. Quello che però preoccupa di più i cittadini di Cortina sono i costi di gestione futura. Il Comune di Cortina avrà sul groppone la gestione dell’impianto, che costa un milione e mezzo all’anno secondo il business plan di Simico. Secondo la Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 l’impianto nel giro di sei anni sarà in attivo di 5 mila euro, ma i conti non tornano. I ricavi si basano soprattutto sulle entrate derivanti dal taxi bob: 7000 corse all’anno puntando ad incassare quasi 1 milione di euro in cinque anni. Dati che non sono credibili, infatti risultano essere quasi 6 volte quelli di Innsbruck, dove si fanno 1205 corse all’anno». A concludere questa prima parte è stata Cristina Guarda, consigliera regionale per Verdi Europa: «Oggi vi abbiamo chiamati qui a Cortina per sostenere gli Ampezzani che non vogliono lasciare ai futuri cittadini di Cortina i conti in rosso della pista da pagare, ma servizi e nuove opportunità per la comunità. L’alternativa c’è: usiamo la pista di Innsbruck, la più vicina a Cortina. Ad oggi la proposta lanciata dal sindaco di Innsbruck consiste in un costo di 12,4 milioni di costi per il noleggio della pista e l’organizzazione dell’evento. A carico della fondazione Milano Cortina rimarrebbero i costi delle Tv e marketing e degli alloggi di tecnici e atleti, calcolati in circa 400 persone. Grazie alla riduzione degli ospiti, per la costruzione del villaggio olimpico la Regione risparmierebbe 15 dei 39 milioni previsti per il Villaggio Olimpico, che, tra l’altro, verrà smantellato a fine olimpiade».                             

La manifestazione è poi proseguita lungo le vie del centro in un corteo pacifico per portarsi in direzione della pista di bob, nell’anfiteatro del parco giochi comunale che potrebbe essere spazzato via dopo due anni dall’inaugurazione, dieci anni di lavori e oltre un milione di euro di spesa per far posto alla nuovo impianto oggi contestato. Qui c’è stato lo spazio per gli interventi delle numerose associazioni che hanno aderito, nonché di alcuni rappresentanti istituzionali, tra cui la senatrice del Movimento 5 stelle Elena Sironi, e il consigliere regionale del Pd Veneto Andrea Zanoni. Per il consiglio regionale era presente anche Arturo Lorenzon. 

La grande portata dell’evento ha indotto il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi ad uscire dal silenzio riguardo alla questione della mancata assegnazione dei lavori per la pista: in una nota ha ammesso di non sapere da chi e come verrà pagata la futura gestione della pista, scaricando la responsabilità sulla precedente amministrazione: «In merito alla situazione attuale di responsabilità e garanzie che coinvolge il nostro Comune, desidero ricordare che tale contesto è il risultato di scelte effettuate da chi ci ha preceduto. Queste decisioni, mosse forse dall’entusiasmo o da altri motivi che non conosciamo, hanno comportato la firma di garanzie senza una chiara comprensione delle implicazioni per l’economia locale. Oggi, la nostra Amministrazione sta lavorando diligentemente per quantificare l’impatto di queste decisioni e sta collaborando strettamente con le autorità regionali e tutti i soggetti coinvolti al fine di ottenere il supporto necessario da parte del Governo». Il martedì successivo alla manifestazione la Provincia di Belluno ha votato un ordine del giorno in cui si chiede alla Fondazione Milano-Cortina 2026, al Governo italiano e alla Regione del Veneto di vagliare l’ipotesi della pista di Innsbruck. E in caso di fattibilità, di abbandonare immediatamente la costruzione del Cortina sliding center, utilizzando le risorse previste per la sua realizzazione per le esigenze del territorio bellunese.                                           

Rendering del Cortina sliding center; in alto, vari momenti della manifestazione di domenica 24 settembre in piazza Dibona nel centro di Cortina d’Ampezzo; sotto il titolo, l’assemblea nell’anfiteatro del parco giochi 

Un passo indietro sulla pista è arrivato mercoledì anche dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia. La pista di bob di Cortina «è un elemento fondante del dossier di candidatura. Cercheremo di capire comunque quali saranno le decisioni finali del Commissario e del governo rispetto a tutto questo» ha ribadito. «Rispetto all’offerta di Innsbruck, dovremo capire bene dai tecnici quali siano le spese reali che dovremmo sostenere per andarci, dopodiché immagino che qualcuno dovrà prendere una decisione. Già un effetto delle Olimpiadi sul bob c’è, è stato tolto il ‘cadavere eccellente’ (la vecchia pista dei Giochi di Cortina 1956, ndr) che era lì, e quindi la ricomposizione ambientale è stata fatta. Io penso che tutto vada messo in relazione ai costi e ai benefici. Resta il fatto che comunque le Olimpiadi si fanno, non vorrei che qualcuno pensasse il contrario». In caso di spostamento delle gare di bob, per Zaia «a Cortina restano comunque molte gare, e ciò non toglie che si possano rivedere alcune location», ha concluso il governatore veneto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giornalista pubblicista. Direttrice della testata "Voci di Cortina" e del sito vocidicortina.it. Ha collaborato con il "Corriere del Veneto" e attualmente collabora con il quotidiano locale "Corriere delle Alpi". Laureata in Scienze Politiche, da vent’anni fa parte del Comitato Civico Cortina, un’associazione di cittadini che vuole porsi come punto di incontro tra il Comune e la cittadinanza e che ha come scopo principale la trasparenza degli atti amministrativi.