Il Po in secca all’altezza del Ponte della Becca, alla confluenza col Ticino (credit depositphotos.com)
Daniele Cat Berro consulta i dati raccolti alle paline ablatometiche sul ghiacciaio Ciardoney in Piemonte
«A livello astronomico — spiega a “Italia Libera” Daniele Cat Berro della Società Meteorologica Italiana — stavamo davvero andando incontro a un periodo freddo, ma questo percorso si è interrotto tempo fa. Ora siamo proiettati verso una fase di riscaldamento inarrestabile. A Torino la temperatura media estiva è aumentata di 2,8 °C dal 1900 a oggi, e giornate con temperatura massima superiore a 36 °C, un tempo molto rare, oggi sono divenute almeno cinque volte più numerose. I modelli ci dicono che il caldo anomalo del 2022 persisterà fino ametà autunno. A ottobre 2021 era difficile immaginare una situazione come quella presente, ma pian piano i modelli hanno iniziato a indicarla. Impossibile per ora dire se nel 2023 avremo una situazione analoga, lo vedremo più avanti; il riscaldamento complessivo a lungo termine non cesserà»
L’intervista di LAURA CALOSSO con DANIELE CAT BERRO, Società meteorologica italiana
PERCHÉ FA COSÌ CALDO? La Terra era lentamente avviata verso un nuovo periodo glaciale, ma l’attività umana nell’ultimo secolo è stata così intensa da creare il girarrosto in cui viviamo. L’affermazione pare incredibile, invece, secondo i climatologi, sintetizza proprio ciò che è accaduto. Gli esperti di clima di tutto il mondo sono concordi su questa posizione. Le voci discordanti arrivano spesso da chi non si occupa di clima nello specifico, e interpreta i fenomeni utilizzando dati superficiali. Talvolta, informazioni distorte vengono messe in circolazione ad arte, ma andando a scavare nella biografia di chi le orchestra si scoprono finanziamenti o stipendi derivanti da attività di lobbying a sostegno del consumo di risorse fossili (carbone, petrolio, eccetera), proprio le materie prime che utilizziamo intensamente da oltre un secolo, e che contribuiscono in modo massiccio al riscaldamento del pianeta. «A livello astronomico — spiega Daniele Cat Berro della Società Meteorologica Italiana, redattore della rivista Nimbus — stavamo davvero andando incontro a un periodo freddo, ma questo percorso si è interrotto tempo fa. Ora siamo proiettati verso una fase di riscaldamento inarrestabile».
Luca Mercalli e Daniele Cat Berro nell’ultima campagna di rilevamento dell’1 giugno 2022 sul ghiacciaio Ciardoney, monitorato da anni dalla Società Meteorologica Italiana presieduta da Mercalli (foto nimbus.it)
— È l’uomo il responsabile? Che dire delle ere geologiche che hanno visto un alternarsi continuo di fasi calde e fredde?
«Nessuno nega che il clima segua un proprio andamento da sempre, determinato da fattori naturali. Tuttavia nell’ultimo paio di secoli l’aumento dei gas a effetto serra dovuto alle attività umane si è sovrapposto alle cause naturali di cambiamento climatico, e soprattutto dalla metà del Novecento è diventato assolutamente preponderante nel guidare il recente aumento di temperatura globale, che — come sostiene l’Ipcc nell’ultimo rapporto del 2021 — è ormai giunto a livelli inediti da circa 125 mila anni e minaccia di rendere il pianeta ostile alla nostra sopravvivenza nell’arco di qualche decennio».
— Eppure c’è chi sostiene la falsità di questa risposta. Si dice che la fase di siccità in corso non sia così nuova. Si citano anche degli anni precisi, ad esempio il 1909.
«È proprio ciò che dicevo: si portano esempi usando dati superficiali. Nel 1909 c’era stato un periodo secco, con poca pioggia, ma la portata del Po e di altri corsi d’acqua non era certo paragonabile con i dati di oggi che sono davvero da record storico, basti vedere le misurazioni di questi giorni a Pontelagoscuro. Numeri drammatici e incredibili. Nelle serie meteorologiche bisecolari del Nord Italia non c’è traccia di altre combinazioni di caldo e siccità come quella del 2022».
— Tra le varie informazioni che circolano c’è anche quella che parla di esperimenti svolti nel corso degli ultimi anni per manipolare il clima inseminando le nubi con sostanze chimiche. È davvero possibile alterare il clima in questo modo?
«A pensarci bene, un esperimento in corso nell’atmosfera c’è: è quello che facciamo tutti i giorni incrementando i gas serra. In parte sono già presenti in atmosfera, ma noi stiamo esagerando con le emissioni aggiuntive»
«A metà Novecento si erano tentati esperimenti estemporanei per limitare l’intensità delle grandinate, ma nessuno sa dire se tentativi simili abbiano funzionato o no. L’atmosfera è un sistema molto complesso. Intervenire in questo modo non significa ottenere i risultati voluti, anzi, si potrebbero persino avere effetti opposti a quelli desiderati. Non mi risulta che oggi si facciano cose di questo tipo, per lo meno con efficacia dimostrata. Gli specialisti consiglierebbero vivamente di non avventurarsi su strade così rischiose. Molto meglio è puntare sulla pianificazione delle attività umane in base alle previsioni meteo-climatiche. Di fatto però, a pensarci, un esperimento in corso c’è: è quello che facciamo tutti i giorni incrementando i gas serra. In parte sono già presenti in atmosfera, ma noi stiamo esagerando con le emissioni».
— Questo è il motivo per cui fa così caldo? Si può dare la colpa solo alle emissioni?
«Di ondate di caldo ce n’erano anche in passato, ma negli ultimi decenni sono diventate più intense, lunghe e frequenti, e la comunità scientifica è unanime nell’attribuire all’aumento dei gas serra la responsabilità di questa tendenza. A Torino la temperatura media estiva è aumentata di 2,8 °C dal 1900 a oggi, e giornate con temperatura massima superiore a 36 °C, un tempo molto rare, oggi sono divenute almeno cinque volte più numerose. I modelli ci dicono che il caldo anomalo del 2022 persisterà fino ametà autunno. È probabile che nei prossimi mesi autunnali ritornino delle piogge sulle Alpi, ma i quantitativi non potranno in poco tempo compensare un dedicit idrico così intenso e prolungato, a meno di situazioni alluvionali che peraltro non ci auguriamo. A ottobre 2021 era difficile immaginare una situazione come quella presente, ma pian piano i modelli hanno iniziato a indicarla. Impossibile per ora dire se nel 2023 avremo una situazione analoga, dovremo vederlo più avanti, però il riscaldamento complessivo a lungo termine non cesserà, a meno di drastiche e rapide riduzioni delle emissioni di gas serra».
— Riguardo alla siccità: qualcuno obietta che in montagna i torrenti sono pieni d’acqua e dunque non esistono problemi. Qual è la spiegazione?
«Il fatto che i torrenti, affluenti di fiumi come la Dora Baltea e l’Adda, in questo periodo siano ricchi d’acqua è una parte del dramma. Si tratta di acqua di fusione dei ghiacciai e non di nuova acqua derivante da precipitazioni»
«Il fatto che i torrenti, affluenti di fiumi come la Dora Baltea e l’Adda, siano ricchi d’acqua è proprio una parte del dramma. Si tratta di acqua di fusione dei ghiacciai e non di nuova acqua derivante da precipitazioni. Quest’anno la situazione è disperata anche per ghiacciai grandi come quello dell’Adamello. Già ora non ha più neve e non accumula nulla, il bilancio è negativo».
— Dunque non ci sono speranze per il futuro? Le soluzioni sono impossibili?
«Non c’è un’unica soluzione. Dobbiamo adottare un mix di rimedi. La Politica dovrebbe comprendere la situazione estrema e agire in fretta. In primis è urgente una revisione della rete idrica: le tubature, attualmente, perdono 1/3 dell’acqua che trasportano. C’è poi il tema dei bacini di montagna: creare invasi, anche piccoli, che raccolgano le precipitazioni potrebbe servire a mitigare sia la siccità sia le alluvioni, oltre ad accumulare acqua per usi civili, agricoli e antincendi. Poi si tratta di agire sugli sprechi e cambiare le abitudini individuali che aggravano la carenza d’acqua. Su tutto questo pesa il tema della riduzione delle emissioni, che implica interventi di grande respiro. E di nuovo sarà la politica a dover assumere decisioni sulla base degli studi scientifici in corso».
Scrittrice, giornalista e traduttrice, laureata in Scienze Politiche e in Lettere, Culture moderne comparate, Letteratura tedesca. Ha lavorato come giornalista e addetta stampa. La carriera di scrittrice è iniziata con una menzione di merito al Premio Calvino, edizione 2008/2009, e il primo romanzo "A ogni costo, l'amore" pubblicato da Mondadori nel 2011. Il giornalismo d’inchiesta è la sua passione. Lavora nel mondo dell’editoria e per la Rai.
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