Il decreto legge che impone l’obbligo vaccinale non segue né il criterio da sempre utilizzato dalle leggi in materia, né le indicazioni scientifiche presenti nel bugiardino del farmaco

Un documento dibattuto nell’assemblea dell’Ordine dei farmacisti di Torino rilancia gli interrogativi rimasti aperti sulle basi scientifiche a supporto di obbligo vaccinale, green pass e dose booster. In primo piano anche le incongruenze tra le indicazioni presenti nella scheda tecnica dei vaccini e le indicazioni scritte nel decreto legge con cui è stato imposto l’obbligo vaccinale. In altri termini, il decreto legge non segue né il criterio da sempre utilizzato dalle leggi in materia, né le indicazioni scientifiche presenti nel bugiardino del farmaco. Atteso entro settembre il parere della Corte Costituzionale sull’obbligo vaccinale imposto agli operatori sanitari, in vigore fino al 31 dicembre 2022


L’analisi di LAURA CALOSSO

L’OBBLIGO VACCINALE, CHE per i sanitari sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022, si poteva imporre o no? Entro settembre è atteso il parere della Corte Costituzionale, ma al di là di quello, l’impianto normativo sta in piedi? Questi interrogativi stanno emergendo in sede di ordini professionali. A Torino, il 24 maggio scorso, nell’ambito dell’assemblea dell’Ordine dei Farmacisti, un farmacista ospedaliero ha presentato un documento redatto con un gruppo di colleghi. Le perplessità riprendono le argomentazioni contenute in un articolo che avevo scritto a gennaio di quest’anno nel quale spiegavo come non ci fossero basi scientifiche a supporto di obbligo vaccinale, green pass e dose booster.

Tutti i vaccini sono indicati (e registrati) per la prevenzione della malattia Covid-19. Nessun vaccino è indicato per la prevenzione della trasmissione del virus Sars-CoV-2

L’articolo 4 del decreto legge 44/2021 che aveva imposto l’obbligo vaccinale per i sanitari (esteso successivamente ad altre categorie) si basava sulla necessità di evitare che i non vaccinati contagiassero altre persone. Per questo si imponeva la somministrazione di un vaccino «atto alla prevenzione della trasmissione del virus Sars-CoV-2» (che determina la malattia Covid-19). In Italia, però, i farmaci a carico del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) possono essere somministrati solo secondo le indicazioni in base alle quali sono stati registrati, ovvero le indicazioni presenti in scheda tecnica. Ecco, cosa c’è scritto nella scheda? Nessun vaccino è stato registrato con le indicazioni scritte nel decreto. Tutti i vaccini in questione sono esclusivamente indicati (e registrati) per la prevenzione della malattia Covid-19. Nessun vaccino è indicato per la prevenzione della trasmissione del virus Sars-CoV-2. Dunque il decreto legge non segue né il criterio da sempre utilizzato dalle leggi in materia, né le indicazioni scientifiche presenti nel bugiardino del farmaco.

Inoltre: è possibile imporre un obbligo quando già un anno fa erano avvenuti casi di morte, come quello di Camilla Canepa? A maggio 2021 esistevano già le prime linee guida per diagnosticare la Vitt, trombosi associata a vaccino Covid-19. Proprio il caso di Astrazeneca, vaccino poi vietato sotto i 60 anni, aveva aperto la strada alla vaccinazione eterologa, ovvero all’utilizzo di vaccini diversi tra loro. «A giugno 2021  il ministro Speranza dice in tv di essere a conoscenza di studi nei quali addirittura le somministrazioni eterologhe risulterebbero più efficaci delle altre» sottolineano i farmacisti intervenuti in assemblea. La somministrazione eterologa è stata avallata con la circolare 26246 dell’11 giugno 2021, in forza della legge 648/96 che permette l’utilizzo fuori indicazione dei farmaci a carico del Ssn, allorché vengano rispettate alcune condizioni fondamentali tra le quali: la presenza di studi di fase 2 pubblicati, a certificazione di efficacia e sicurezza dei farmaci utilizzati per l’indicazione in base alla quale si propone l’uso. «Ma dove sono questi studi?» domandano i farmacisti. «Lo chiediamo perché il documento citato dal ministero della Salute, che autorizzava le dosi eterologhe, faceva riferimento all’estratto del verbale n.27 del 11 giugno 2021 (Prot. 26245) della Commissione Tecnico Scientifica di Aifa, che non cita alcuno studio riguardante la dose eterologa e, anzi, scrive indirettamente che non ci sono studi». Inoltre, secondo i farmacisti, nessuno studio avrebbe esaminato efficacia e sicurezza di dosi eterologhe (abbinamento a vaccini m-Rna). 

«Aifa e Ministero» precisano i farmacisti «si badi bene, non su richiesta delle ditte produttrici, hanno prolungato la scadenza». Sulla base di quali studi di stabilità? 

A causa di somministrazioni eterologhe anche a pazienti guariti, nel dicembre 2021 il prof. Andrea Crisanti aveva parlato di ben 48 configurazioni di percorsi immunologici. «Qual è la combinazione migliore di vaccini in questo momento non lo sa nessuno» aveva dichiarato «perché nessuno ha fatto uno studio per capire quale combinazione dia la risposta più elevata e più duratura». Dalle  parole dello scienziato emergerebbe quindi che le decisioni non potevano essere state prese su studi solidi.

Una nota rilevante riguarda poi la scadenza dei vaccini. Ai sensi dell’articolo 443 codice penale «chiunque detiene per il commercio, pone in commercio o somministra medicinali guasti o imperfetti è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 103». Ogni farmaco ha una scadenza determinata e imposta dalla ditta produttrice secondo ricerche volte ad accertare la stabilità dei prodotti. «Aifa e Ministero» precisano i farmacisti «si badi bene, non su richiesta delle ditte produttrici, hanno prolungato la scadenza». Sulla base di quali studi di stabilità? 

Nell’interesse di tutti, compreso il personale che somministra i vaccini, e potrebbe incorrere in responsabilità, ci auguriamo che arrivi presto una risposta a questo e a tutti gli altri interrogativi ancora aperti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scrittrice, giornalista e traduttrice, laureata in Scienze Politiche e in Lettere, Culture moderne comparate, Letteratura tedesca. Ha lavorato come giornalista e addetta stampa. La carriera di scrittrice è iniziata con una menzione di merito al Premio Calvino, edizione 2008/2009, e il primo romanzo "A ogni costo, l'amore" pubblicato da Mondadori nel 2011. Il giornalismo d’inchiesta è la sua passione. Lavora nel mondo dell’editoria e per la Rai.