Alle ragioni dell’ “ambiente” e della “biodiversità” neanche gli alberi resisteranno… si faranno tagliare anche meglio, poiché “uno vale uno” anche nell’ottica glaciale e cinica del funzionalista: importante sarà la “quota Co2” annuale stabilita, magari da qualche trattato internazionale assai poco “naturale” e molto “politico”. Ipocrisie fra le ipocrisie. Le esigenze di una pala eolica e quelle di una pala d’altare saranno dunque oggetto di incerta contesa. Tutte, ora, sul sin troppo affollato e litigioso pianerottolo del riformato art. 9 della Costituzione. Si attendono “incidenti giuridici” creati ad arte e casi eclatanti

L’articolo di ANDREA COSTA
È SUCCESSO CHE quando meno te lo aspetti, piccole, piccolissime minoranze organizzate, nella confusione pandemica e con il Parlamento più ignorante degli ultimi 150 anni, riescano a lasciare “la firma”, uno sbrego, come graffitari o street writers qualsiasi, nientemeno che nella nostra Carta fondamentale. Il tutto è avvenuto nel silenzio dei grandi e medi giornali, e nella distrazione generale. Un tale aggiunge il suo “Tutela” all’art. 9 trasformando un capolavoro di equilibri grammaticali e istituzionali in un elenco salviniano di buone intenzioni, di cui notoriamente è ben lastricata la via per l’Inferno.


Se l’ambiente si riprende la Natura e la Salute (con la seconda già subordinata alla prima secondo giurisprudenza consolidata), il Paesaggio ritorna “uno stato d’animo”; una questione soggettiva, estetizzante e storicizzata di “prospettiva”. Una tra le altre, tutte opinabili, nell’ideologia ecologista e antispecista che sottende il provvedimento. Nella teologia-politica green, la nuova divinità Ambiente/Natura/Scienza/Utile, la Pacha Mama ecc. ecc. rigetta l’uomo (come i transumanisti e gli ecologisti anti-specisti amano sprezzantemente definire: “i sapiens”). Vedrete che alle ragioni dell’ “ambiente” e della “biodiversità” neanche gli alberi resisteranno… si faranno tagliare anche meglio, poiché “uno vale uno” anche nell’ottica glaciale e cinica del funzionalista: importante sarà la “quota Co2” annuale stabilita, magari da qualche trattato internazionale assai poco “naturale” e molto “politico”. Ipocrisie fra le ipocrisie.
Le esigenze di una pala eolica e quelle di una pala d’altare saranno dunque oggetto di incerta contesa. Tutte, ora, sul sin troppo affollato e litigioso pianerottolo del riformato art. 9 della Costituzione. Via dunque alla “giurisprudenza creativa” di Cassazione e della Corte Costituzionale. Si attendono “incidenti giuridici” creati ad arte e casi eclatanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA