La parola “sicurezza” descrive ormai un bisogno e uno stato d’animo montante, connotato da inquietudine, ansia e vera e propria paura. L’aspetto peggiore è l’incertezza, la confusione, l’improvvisazione, la spettacolarizzazione delle migliaia di micro decisioni approvate ogni giorno (e stoppate o modificate il giorno dopo). I mezzi di comunicazione mettono ordine o disordine?


◆ Il pensierino di GIANLUCA VERONESI

I mezzi di comunicazione, per mettere ordine in fenomeni recenti e complicati, devono per forza semplificare e schematizzare. Quindi etichettano fatti diversi sotto un unico titolo e trascurano le sfumature interne, l’articolazione dei fatti e dei protagonisti. Talvolta, tuttavia, fanno un lavoro utile perché mostrano come esista una profonda correlazione tra aspetti lontani e diversi che contribuisce a produrre nell’opinione pubblica un unico, identico sentimento. È il caso della parola “sicurezza” che ormai descrive un bisogno e uno stato d’animo montante, connotato da inquietudine, ansia e vera e propria paura. Ci terrorizza ciò che si vede: decine di migliaia di morti in due guerre (una bilaterale, l’altra unilaterale). Ma ci spaventa soprattutto la terza, quella che passerà alla storia come la “guerra dei dazi”.

E pensare che alla apparenza sembrava che la situazione internazionale si stesse normalizzando, con un presidente americano eletto a grande maggioranza, senza l’incubo di una vittoria striminzita, contestabile dallo sconfitto. Invece l’aspetto peggiore è l’incertezza, la confusione, l’improvvisazione, la spettacolarizzazione delle migliaia di micro decisioni approvate ogni giorno (e stoppate o modificate il giorno dopo). A cominciare dalla geopolitica che sta rimettendo in discussione gli equilibri mondiali. L’Occidente avrà maturato mille difetti ma attenzione a demolirlo prima di avere un’alternativa. Non si capisce più niente! Pochi mesi fa l’alleanza dei Brics sanciva il trionfo inarrestabile del multilateralismo e ora improvvisamente assistiamo – in diretta e sulle spoglie dell’’Ucraina – alla nascita di una nuova e imprevedibile “Yalta” a due.

Aggiorniamo i calendari: solo oggi cessa la “guerra fredda”, crolla il “muro di Berlino” e “finisce la Storia”. Probabilmente chiude la Nato e rinasce il “patto di Varsavia”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi senza pubblicità. Aiutaci a restare liberi

Dona ora su Pay Pal

IBAN

Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.