Un hub energetico e due approcci diversi. L’Eni concentrata soprattutto sulle energie fossili, sulle quali continua a disegnare la sua politica (e, per il potere esercitato sulla politica, quella del Paese). Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, è lanciata sulle rinnovabili con ambizioni fedeli ai piani europei, con un maxi-investimento di ventuno miliardi di euro in dieci anni. Donnarumma, amministratore delegato di Terna, nel ricordare che l’Italia ha una “posizione geografica strategica”, presenta così il piano: «Le fonti rinnovabili rappresentano il nostro petrolio». Non è difficile immaginare un braccio di ferro con Descalzi
L’articolo di MASSIMO SCALIA
AL CEO DI ENI, Descalzi, è caduta giù una mascella – un Mascellone dimidiato – quando il 15 marzo ha letto il Piano di sviluppo 2023 presentato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, per «il conseguimento degli obiettivi europei del pacchetto ‘Fit-for-55’, favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili, sviluppare le interconnessioni con l’estero, aumentare il livello di sicurezza e resilienza del sistema elettrico e investire sulla digitalizzazione della rete». Ventuno miliardi di investimenti sull’arco di dieci anni a fronte dei 340 GW di impianti FER in attesa di approvazione. Riguardano eminentemente il Centro-sud e, anche se non tutti potranno entrare in produzione, almeno 85 GW dovranno essere installati entro il 2030 sulla scorta della nuova proposta europea RePowerEU. Stefano Donnarumma, ceo di Terna, lo ha presentato con queste parole:
«Le fonti rinnovabili rappresentano il nostro petrolio: abilitarne la diffusione e l’integrazione fa parte della nostra missione di registi del sistema elettrico e sarà determinante per la sicurezza energetica del nostro Paese»
E, per far capire bene cos’è per davvero un hub, oltre alle 5 nuove dorsali elettriche per l’Italia con 11 miliardi di investimenti, ha aggiunto:
L’interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia
«Fondamentale sarà il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia, intervento di rilevanza strategica che garantirà l’ottimizzazione delle risorse energetiche tra l’Europa e il Nord Africa». E le interconnessioni con la Tunisia e la Grecia «insieme agli elettrodotti tra Italia-Francia, Italia-Svizzera e Italia-Austria, consentiranno al nostro Paese, in virtù della sua posizione geografica strategica, di rafforzare il suo ruolo di hub energetico dell’Europa e dell’area mediterranea, diventando protagonista a livello internazionale».
Ci si può prendere la libertà di ipotizzare cosa abbia potuto sibilare Descalzi, slinguazzando alla Jabba the Hutt, ai suoi manutengoli: “Fate capire a Giorgia che queste sono fake news”; e ha ordinato al consulente Cingolani di convocare un immediato tavolo, presieduto da Sgarbi, con le Sovrintendenze più solerti e i responsabili dei comitati “No Fer” per programmare manifestazioni e azioni sul campo. Con particolare “attenzione” al gioiello presentato da Terna nel Piano di sviluppo: la rete Hypergrid, basata sulla trasmissione dell’energia in corrente continua (Hvdc).
Scienziato e politico, leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente. Primo firmatario, con Alex Langer, dell’appello (1984) per Liste Verdi nazionali. Alla Camera per i Verdi (1987-2001) ha portato a compimento la chiusura del nucleare, le leggi su rinnovabili e risparmio energetico, la legge sul bando dell’amianto. Presidente delle due prime Commissioni d’inchiesta sui rifiuti (“Ecomafie”): traffici illeciti nazionali e internazionali; waste connection (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin); gestione delle scorie nucleari. Tra gli ispiratori della Green Economy, è stato a fianco della ribellione di Scanzano (2003) e consulente scientifico nelle azioni contro la centrale di Porto Tolle e il carbone dell’Enel (2011-14).
Co-presidente del Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco (2005-14). Tra i padri dell’ambientalismo scientifico, suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020) (https://www.researchgate.net/profile/Massimo-Scalia)