Autentico maestro di giornalismo, sentiamo di avere verso Furio un debito di riconoscenza e una stima professionale e umana che la polemica sulla invasione dell’Ucraina può soltanto accrescere e consolidare. Quando Alessandro Orsini tuonò: «Travaglio è un cattivo giornalista e mi ha rovinato la vita»
Il commento di VITTORIO EMILIANI

PRIMA DI TUTTO voglio esprimere la più piena e calorosa solidarietà a Furio Colombo autentico maestro di giornalismo in questa sgangherata polemica di Marco Travaglio contro le sue posizioni in merito alla guerra di Putin in stile sovietico contro l’Ucraina. Furio, lucidissimo novantunenne, appartiene ad un gruppo generazionale di giornalisti Rai formatisi in anni lontani alla più solida e illuminata delle scuole. Erano i cosiddetti “corsari” in un’azienda fortemente democristiana, e tutti hanno avuto ottime carriere dentro e fuori il servizio pubblico radiotelevisivo. Emmanuele Milano, Folco Portinari, i fratelli Leto, Gianfranco Bettetini, ecc. Ma pure Raffaele Crovi, Gianni Vattimo, Umberto Eco e quanti cooperarono per esempio all’Approdo. Basta scorrere l’elenco dei servizi che realizzarono per un settimanale di punta come TV7 , isola di non conformismo e di libertà, direttore Fabiano Fabiani caporedattore Claudio Savonuzzi. Troviamo Furio Colombo in giro per il mondo, fin sull’Himalaya alla ricerca dei Beatles.

Insomma un grande giornalista e saggista che ha concorso (magari ce ne fossero!) alla formazione non provinciale dei più giovani in quei fervidi anni ’60 e a contrastare il terrorismo negli anni ’70. Non a caso in anni recenti la nuova Unità lo scelse come direttore (vicedirettore Antonio Padellaro, fondatore poi del Fatto Quotidiano) e fu senza dubbio il periodo più felice di quella testata storica prima della sua decadenza definitiva. Per questo e per altro sentiamo di avere verso Furio un debito di riconoscenza e una stima professionale e umana che questa polemica sulla invasione dell’Ucraina può soltanto accrescere e consolidare. © RIPRODUZIONE RISERVATA