Alle porte di Torino, i resti incandescenti di un Pony 4 uccidono una bambina a bordo dell’auto dei genitori che transitava sulla strada provinciale di fianco all’aeroporto. Uno stormo di uccelli sarebbe stato risucchiato dal motore del velivolo bloccando i comandi dell’aereo. Perché continuare con questa sciocca parata di virtù militari, giocata, alla lettera, sulla testa della gente? Il commento di MAURIZIO MENICUCCI Qui e sotto il titolo, la Freccia Tricolore precipitata ieri a Caselle, Torino (foto Adn Kronos) DOPO I 32 MORTI della Costa Concordia, portata dal comandante Schettino a sbattere nel gennaio del 2012 contro Le Scole del Giglio, abbiamo versato fiumi d’inchiostro per esecrare la criminale manovra dell’inchino, con la quale le navi da crociera torea(va)no con gli scogli per far provare il brivido del pericolo ai loro passeggeri. Ci era sfuggito che le esibizioni delle Frecce Tricolori altro non sono che la versione aerea dell’inchino in mare: l’unica differenza che il pubblico a rischio non è a bordo, ma a terra. E e volte — come la povera famiglia Origliasso su cui sono cascati i pezzi incandescenti del Pony 4 caduto a Caselle, che hanno ucciso la piccola Laura e gravemente ustionato il fratello — non è nemmeno interessato allo spettacolo: passavano lì per caso. Ci...
La tragedia delle “Frecce” a Caselle: a che servono le esibizioni aeree dei nostri pur bravi piloti?
Maurizio Menicucci
Inviato speciale per il telegiornale scientifico e tecnologico Leonardo e per i programmi Ambiente Italia e Mediterraneo della Rai, ha firmato reportage in Italia e all’estero, e ha lavorato per La Stampa, L’Europeo, Panorama, spaziando tra tecnologia, ambiente, scienze naturali, medicina, archeologia e paleoantropologia. Appassionato di mare, ha realizzato numerosi servizi subacquei per la Rai e per altre testate.