Nello Stato del sud est statunitense è pronto il luogo attrezzato per eseguire le condanne a morte, dopo una imbarazzante fila d’attesa. Succedeva che le case farmaceutiche produttrici degli ingredienti dell’iniezione letale si rifiutassero da una decina di anni di esportare, per motivi umanitari, i loro prodotti negli Usa. I condannati, potendo scegliere tra sedia elettrica e iniezione letale, optavano tutti per questo metodo, di fatto inapplicabile. Proprio come l’albero di Bertoldo che, per lunghi anni, gli avrebbe garantito l’ineseguibilità dell’impiccagione. Da maggio la South Carolina non offre più alternative L’articolo di CARLO GIACOBBE Nella foto, un centro di detenzione USA (Credit: John Moore/Getty Images) INVECE DI MANDARE in pensione i boia, nello stato Usa della Carolina del Sud li hanno moltiplicati. Non uno ma tre, anzi, forse, quattro. Detta così, la macabra faccenda non si capisce e necessita di una spiegazione. Fino a circa un anno fa, in quello stato nel sud est degli Usa, i condannati alla pena capitale, in realtà, i loro avvocati avevano trovato un modo per sfuggire all’esecuzione, che, sebbene i legali e ancor più i diretti interessati ne fossero inconsapevoli, ricordava – con le debite differenze – quello escogitato da Bertoldo. Parliamo del contadino deforme all’origine di una leggenda medioevale, narrata mille anni dopo, nel XVII secolo, da Giulio Cesare...

Questo contenuto è riservato ai soli abbonati.

Mi divido tra Roma, dove sono nato, e Lisbona, dove potrei essere nato in una vita precedente. Ho molte passioni, non tutte confessabili e alcune non più praticabili, ma che mai mi sentirei di ripudiare. In cima a tutte c'è la musica, senza la quale per me l'esistenza non avrebbe senso. Non suono alcuno strumento, ma ho studiato canto classico (da basso) anche se ormai mi dedico (pandemia permettendo) al pop tradizionale, nei repertori romano, napoletano e siciliano, e al Fado, nella variante solo maschile specifica di Coimbra. Al centro dei miei interessi ci sono anche la letteratura e le lingue. Ne conosco bene cinque e ho vari gradi di dimestichezza con altrettante, tra vive, morte e, temo, moribonde. Ho praticato vari generi di scrittura; soprattutto, ma non solo, saggi e traduzioni dall'inglese e dal portoghese. Per cinque anni ho insegnato letteratura e cultura dei Paesi lusofoni alla Sapienza, mia antica alma mater. Prima di lasciare, con largo anticipo, l'Ansa e il giornalismo attivo, da caporedattore, ho vissuto come corrispondente e inviato in Egitto, Stati Uniti, Canada, Portogallo, Israele e Messico. Ho appena pubblicato “100 sonétti ‘n po’ scorètti", una raccolta di versi romaneschi. Sono sposato da 40 anni con Claudia e insieme abbiamo generato Viola e Giulio