Continua la repressione in Iran nei confronti di chi protesta contro il regime. Migliaia di studentesse sarebbero state intossicate dentro le scuole: lo denunciano Iran International, testata tv e Amnesty International. In alcuni istituti i genitori spaventati avrebbero cercato di portar via i loro figli, ma la polizia si è opposta e si sono verificati degli scontri


(Red)  — CONTINUA LA PROTESTA CIVILE in Iran, ma l’Occidente distratto sembra non accorgersene più. L’ultima denuncia di Amnesty International è sconvolgente: “Dal novembre 2022 – è la denuncia dell’organizzazione umanitaria – migliaia di studentesse sono state avvelenate da sostanze gassose nelle loro scuole e ricoverate in ospedale. Tosse, difficoltà respiratorie, irritazione al naso e alla gola, palpitazioni, mal di testa, nausea, vomito e intorpidimento degli arti sono i sintomi più comuni. Sono state prese di mira più di cento scuole, alcune più di una volta. Gli attacchi sono stati segnalati per la prima volta nella provincia di Qom e da allora si sono moltiplicati in tutto lo Stato. A seguito di questi attacchi, molte famiglie hanno ritirato le loro figlie dalle scuole”. Secondo Iran International, canale tv in lingua persiana che trasmette da Washington, sarebbero oltre cinquemila le studentesse intossicate da febbraio scorso. A essere colpiti sarebbero anche gli studenti maschi, e in alcune scuole si sono verificati scontri tra i genitori e la polizia. Il primo morto per intossicazione sarebbe un ragazzo di 16 anni.

Alcune foto-denuncia degli avvelenamenti sistematici alle studentesse pubblicate su Twitter

“Nonostante secondo i dati ufficiali 13.000 studentesse abbiano avuto bisogno di cure mediche – denuncia Amnesty – il ministro della Salute ha dichiarato che non ci sono “prove concrete” che le studentesse siano state avvelenate e ha aggiunto che “più del 90% dei problemi di salute è causato da stress o è stato inventato”.

“Tutto lascia pensare – sono le conclusioni dell’organizzazione umanitaria – che quella degli avvelenamenti sia una campagna coordinata per punire le studentesse per la loro pacifica partecipazione alle proteste scoppiate a partire dalla metà del settembre 2022. Negli ultimi mesi sono stati diffusi molti video che mostrano atti di resistenza come togliersi l’hijab obbligatorio e mostrare i capelli in pubblico indossando l’uniforme scolastica. Non è lo stress che sta avvelenando le studentesse iraniane!” © RIPRODUZIONE RISERVATA

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