Finora la prassi operativa delle centrali atomiche ha fissato in 40 anni il limite di sicurezza e fine vita dei reattori nucleari. Le società che le gestiscono puntano ad allungarne il ciclo di vita: dopo 40 anni l’ammortamento dei costi è più che completato e tutti gli anni successivi è guadagno puro. In più si rimandano i costi per il decommissioning degli impianti (smantellamento e decontaminazione) e chi vivrà vedrà. Ma l’erosione e la corrosione dovute alle condizioni di funzionamento delle centrali termoelettriche, estremizzate per la peculiarità radioattiva del nucleare? E, soprattutto, l’infragilimento di tutte le strutture essenziali della centrale — caldaia, nocciolo, tubazioni, generatori di vapore, schermo di contenimento, eccetera — dovuto all’intenso bombardamento neutronico della fissione? Per prolungarne la vita l’Europa impone che siano consultati i Paesi confinanti entro un raggio di 200 chilometri dagli impianti interessati. Nei 200 chilometri dal nostro confine la Francia ne ha 14 L’articolo di MASSIMO SCALIA Il parco elettrico francese ha 56 reattori nucleari con un’età media di 37 anni; quattordici centrali atomiche sono ubicate entro 200 chilometri di distanza dal confine italiano. Per prolungarne l’attività oltre i 40 anni di esercizio previsti finora devono essere consultati i Paesi potenzialmente esposti al rischio transfrontaliero A FRONTE DELLA crisi agonica del nucleare, da...

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Scienziato e politico, leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente. Primo firmatario, con Alex Langer, dell’appello (1984) per Liste Verdi nazionali. Alla Camera per i Verdi (1987-2001) ha portato a compimento la chiusura del nucleare, le leggi su rinnovabili e risparmio energetico, la legge sul bando dell’amianto. Presidente delle due prime Commissioni d’inchiesta sui rifiuti (“Ecomafie”): traffici illeciti nazionali e internazionali; waste connection (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin); gestione delle scorie nucleari. Tra gli ispiratori della Green Economy, è stato a fianco della ribellione di Scanzano (2003) e consulente scientifico nelle azioni contro la centrale di Porto Tolle e il carbone dell’Enel (2011-14). Co-presidente del Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco (2005-14). Tra i padri dell’ambientalismo scientifico, suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020) (https://www.researchgate.net/profile/Massimo-Scalia)