Aveva 68 anni, giornalista esperto come pochi di Estremo Oriente, che ha raccontato da sempre con passione coraggiosa, tanto da seguire la tragedia della centrale nucleare di Fukushima sfidando sul posto l’incubo della radiazioni. Firma del Messaggero, del Manifesto, da quasi vent’anni nella squadra di Sky, aveva una rubrica su Left. È morto a Tokyo, la sua città d’adozione, dove era approdato poco più che ragazzo. Aveva vinto una borsa di studio come procuratore legale ma poi divenne giornalista. Vittorio Emiliani è stato suo direttore al “Messaggero” Il ricordo di VITTORIO EMILIANI PIO D’EMILIA ME lo fece conoscere indirettamente la madre ricoverata in una casa di riposo presso il lago di Misurina raccomandandomi il suo Pio che era non so se alla terza o alla quarta compagna e non metteva ancora la testa a posto. Ma fu l’assistente personale del presidente di Montedison all’epoca proprietaria del “Messaggero” che io dirigevo, il bravissimo Sergio Castriota a chiedermi: «Ma chi è quel matto che abbiamo a Tokio?». Pio infatti aveva capeggiato un corteo di protesta contro il divieto ai Filippini e soprattutto alle Filippine di immigrare in Giappone. Cercai di difenderlo come «ottimo professionista». «Sarà», rispose scettico Sergio «ma ieri guidava il corteo di protesta contro il divieto a filippini e filippine di...

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Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.