Ci sono 140 pagine solo di scatti che raccontano tutto della guerra in Ucraina: le distruzioni, la fuga dei profughi, gli occhi impauriti dei bambini, i massacri dei civili, le fosse comuni di Bucha, la vita di chi resta. «Non mi vergogno a dirlo: dopo aver visto le fosse di Bucha ho chiuso il portatile e ho pianto», ha ammesso Lorenzo Attianese, giornalista inviato di guerra. La presentazione del PhotoAnsa 2022 a Roma è stata caratterizzata dalla testimonianza, e dall’emozione, di questo conflitto alle porte dell’Unione europea. «Nonostante tutte le difficoltà siamo convinti che il nostro mestiere sia andare dove i fatti accadono e raccontarli da lì», ha detto Luigi Contu, direttore dell’agenzia. Un appuntamento con l’immagine in cui non sono mancate le polemiche. Obiettivo i giornalisti. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha scelto l’occasione di questa presentazione per polemizzare dal suo punto di vista: «Sono stati fatti 581 miliardi di esportazioni l’anno scorso. L’industria italiana è cresciuta laddove hanno perso quella tedesca e quella francese. E nessuno ha raccontato il perché»


 L’articolo di CESARE PROTETTÌ

SUCCEDE ANCHE QUESTO nel variopinto mondo dei media italiani: che una giornalista ucraina che parla perfettamente la nostra lingua telefona a un giornale italiano e si offre di raccontare quello che sta succedendo nel suo martoriato paese. Dall’altro capo del telefono un caporedattore le risponde testualmente: «Grazie, ma non ci servono i giornalisti ucraini. Abbiamo i nostri corrispondenti a Mosca». La giornalista ucraina si chiama Nataliya Kudryk ed è intervenuta, insieme all’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk, alla serata di presentazione al Maxxi di Roma, il 12 dicembre, del libro PhotoAnsa 2022 che raccoglie le immagini più significative dell’anno che sta per finire, scattate dai fotografi dell’agenzia. A fare gli onori di casa Alessandro Giuli, al debutto come neopresidente del Maxxi, il museo delle arti del XXI secolo, fin qui guidato da Giovanna Melandri e che ora il nuovo ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha voluto affidare al giornalista di Libero.

Il volume, di 374 pagine, si apre proprio con la notizia, trasmessa dall’inviato dell’Ansa nella capitale ucraina, dell’avvio del conflitto che continua a tenere l’Europa con il fiato sospeso. Seguono 140 pagine di scatti che raccontano tutto: le distruzioni, la fuga dei profughi, gli occhi impauriti dei bambini, i massacri dei civili, le fosse comuni di Bucha, la vita di chi resta. «Non mi vergogno di dirlo: dopo aver visto le fosse di Bucha ho chiuso il portatile e ho pianto», ha ammesso Lorenzo Attianese, in rappresentanza dei giornalisti che si sono alternati in questi mesi per documentare sul terreno le vicende di questa “operazione speciale” voluta da Putin. «Nonostante tutte le difficoltà siamo convinti che il nostro mestiere è andare lì dove i fatti accadono e raccontarli da lì», ha detto Luigi Contu, direttore dell’agenzia.

«La guerra annunciata esplode all’improvviso nella notte di Kiev, poi sembra non volersi più fermare», scrive nella prefazione il presidente dell’Ansa Giulio Anselmi, che ha detto di essere stato particolarmente colpito dalle immagini del ciclista ucciso. «Pagina dopo pagina, immagine dopo immagine — ha scritto Anselmi — questa guerra si aggroviglia col suo carico di sangue, di dolore, di morte, di paura. Di paura soprattutto, perché dopo otto mesi di combattimenti, scatenati dall’aggressione russa, non si sa ancora dove il mondo andrà a finire».

Di sicuro — ha detto l’ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk (anche lui in buon italiano) — «tutti vogliamo la pace, ma per portare la pace servono le armi. La Russia capisce solo il linguaggio della forza. Senza armamenti sarebbe troppo complicato portare avanti questa sfida e difendere i valori non solo in Ucraina ma in tutto il mondo. Posso capire — ha aggiunto — la preoccupazione di alcuni politici sull’invio delle armi, ma non la condivido. Dobbiamo essere più uniti che mai per portare avanti questa battaglia”. “Non esiste un popolo che vuole di più la pace di noi ucraini. Ma noi vogliamo una pace stabilita dal diritto internazionale. Dobbiamo creare le condizioni che non permettano più a nessun Paese di veder messe a rischio vite umane». Poi un ringraziamento agli italiani: «Ho visto questa grandissima solidarietà da parte dei politici e del popolo italiano e vorrei ringraziare il governo e tutti i cittadini italiani per il loro sostegno nel periodo più drammatico della nostra storia. Il governo precedente e quello attuale continuano a dimostrare solidarietà con l’Ucraina, fornendo quello che ci serve di più in questo periodo». Infine un auspicio: «Speriamo che la pace arrivi prima possibile e che il 2023 sia un anno di pace per tutti noi».

Accanto al tema di copertina, ci sono le immagini che descrivono gli eventi che hanno caratterizzato il 2022, compresa la nascita del governo di Giorgia Meloni, il primo guidato da una donna nella storia d’Italia. C’è il lungo addio alla Regina Elisabetta, c’è l’acqua che si ribella e travolge tutto, ci sono i successi sportivi e le foto della ripresa straripante del mondo dello spettacolo dopo due anni di blocco per il Covid-19

Una tirata d’orecchi al mondo dei media è venuta anche dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. «C’è chi sbaglia — ha detto salendo sul palco nel corso della serata — ma gli imprenditori italiani non vengono raccontati correttamente. L’industria si è trasformata, abbiamo patrimonializzato, investito in ricerca, sono stati fatti 581 miliardi di esportazioni l’anno scorso. L’industria italiana è cresciuta laddove hanno perso quella tedesca e quella francese e nessuno ha raccontato del perché. Nessuno si è domandato come mai con tutti i problemi che ha questo Paese è ancora la seconda manifattura d’Europa. E io sfiderei i tedeschi con i nostri problemi strutturali a fare i secondi».

Poi il giudizio sulla manovra: «È stata fatta in pochissimo tempo, ma l’importante è che è stata mantenuta la barra dritta sulla finanza pubblica. Non era così scontato viste le promesse in campagna elettorale», ha detto Bonomi. Un fatto importante «perché molte volte ci dimentichiamo che negli ultimi 11 anni il Paese ha portato il debito pubblico da 1.900 miliardi a oltre 2.800 miliardi». Negativo il suo giudizio sui prepensionamenti e sulla flat tax: «Dedicate le risorse che avete — dice ai politici — alla crescita del Pil potenziale. Per me i prepensionamenti e un forfait su una categoria di contribuenti Irpef non producono Pil potenziale».  Si è chiuso con l’umorismo straniante di Osho e delle sue fotografie “parlanti”. Si replica a Torino il 25 gennaio.  © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giornalista e saggista, è stato fino al gennaio 2016 il direttore delle testate del Master di Giornalismo dell’Università Lumsa di Roma, dopo essere stato per molti anni docente ai corsi per la preparazione all’esame di Stato organizzati dall’Ordine dei giornalisti a Fiuggi. E’ stato Caporedattore centrale dell’agenzia di stampa ApBiscom (ora Askanews) dopo una lunga carriera all’Ansa nel Servizio Diplomatico, al Politico e agli Interni. Autore di una decina di saggi e manuali, con Stefano Polli ha scritto E’ l’agenzia bellezza! (seconda edizione nel 2021), ha curato “Pezzi di Storia” (2021) ed è coautore del libro di Giovanni Giovannini Il Quaderno Nero, Settembre 1943-aprile 1945 (2004, Scheiwiller).