Sotto il titolo, Alcide De Gasperi e Giovannino Guareschi faccia a faccia davanti a una bottiglia di vino; qui in alto, prima pagina del settimanale satirico

L’umorista accusò il leader Dc di essere stato un austriacante, al servizio dell’Imperiale Regio Governo di Vienna. Guareschi fu condannato per aver detto il falso sul settimanale satirico “Candido” e dovette farsi un po’ di carcere. La realtà era molto diversa. De Gasperi fu un rigoroso leader popolare che negli anni del fascismo lavorò per pochi soldi in Vaticano come archivista e bibliotecario. Celebre l’incipit del suo discorso alla Conferenza alleata per la Pace di Parigi da capo del governo di un paese sconfitto dalla guerra e dal Ventennio fascista. «So che in quest’aula tutto è contro di me tranne la vostra personale cortesia». Altri tempi, altre stature politiche


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

I più giovani non possono ricordare che l’umorista Giovanni Guareschi sul suo settimanale “Candido” accusò Alcide De Gasperi di essere stato un austriacante quando la sua regione di origine, il Trentino, faceva ancora parte dell’Imperiale Regio Governo di Vienna. Guareschi perse la causa e dovette farsi un po’ di carcere. De Gasperi era stato semplicemente deputato trentino prima del 1915-18. Tutto qui. Negli anni del fascismo era stato in Vaticano come archivista e bibliotecario stipendiato molto sobriamente.

De Gasperi è stato un esemplare uomo di governo. Indimenticabile l’incipit del suo discorso alla Conferenza alleata per la Pace di Parigi. «So che in quest’aula tutto è contro di me tranne la vostra personale cortesia». Ebbe l’ingrato compito di comunicare a Ferruccio Parri che il tempo del governo del Cln era finito e che la Dc avrebbe guidato l’esecutivo. Lo fece con fermezza e però con garbo.

Sarebbe stato messo in minoranza dopo alcuni anni dal compagno di partito Amintore Fanfani che con La Pira e Lazzati formava il trio dei “professorini”. Si spense a Selva di Valsugana nella estate del 1954 amareggiato dopo la sconfitta per una minima percentuale della legge elettorale maggioritaria che invece avrebbe dovuto consolidare l’egemonia della Dc e quella centrista.

Si aprì un periodo di continua instabilità governativa in attesa dell’ingresso del Psi nell’area di governo. Ma prima ci sarebbe stato il tentativo, decisamente sbagliato, di Tambroni di formare un governo dc con l’appoggio dei monarchici di Covelli e la benevola astensione del Msi. I fatti di Genova e la violenta repressione poliziesca coi morti di Reggio Emiiia dovevano far fallire quel disegno preparando il terreno per il primo centrosinistra. Preceduto da un governo Fanfani che avrebbe realizzato una epocale statizzazione dell’energia elettrica nazionalizzando i monopoli privati come Sade, Edison, Edisonvolta, Centrale, ecc. Il Consiglio di amministrazione dell’Enel si insediò appena tredici mesi dopo il voto della Camera. Come sempre ricordava con orgoglio Fanfani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.