Bettino Craxi, segretario nazionale del Psi dal 16 luglio 1976 all’11 febbraio 1993, presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 18 aprile 1987

Anche la sola memoria di quello che fece e rappresentò Bettino Craxi, in Italia è divisiva. Per questo è necessaria una riflessione ampia e senza pregiudizi, e non viziata dalla simpatia o antipatia che suscita il personaggio. Ci prova Vittorio Emiliani, che con Craxi ebbe pessimi rapporti, ma allo stesso tempo ne sa riconoscere con serenità meriti e demeriti. Per esempio, in politica estera…


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

Per me c’era come uno sdoppiamento in Bettino Craxi che io conoscevo dai tempi dell’Unione Goliardica dove noi radicali lo mettevamo sempre in minoranza facendolo imbufalire. A Milano città gli autonomisti come Bettino erano forti. Invece nel Collegio vastissimo Milano-Pavia contava più voti Giovanni Mosca che parlava una specie di mistilingue fra il lombardo della Bassa e un dialetto a cavallo del Po con assonanze piacentine quindi emiliane. Mosca però era furbo come un gatto e nei congressi di sezione che preparano l’assise nazionale appoggiava gli  autonomisti di Guido Mazzali di professione pubblicitario inventore di slogan fortunati  come Camminate Pirelli. Poi al Congresso provinciale risultava il primo degli eletti, ma chi contava l’era lu, l’era el Giuanìn Mosca che tagliava sempre l’erba sotto i piedi ad un Craxi più che mai furibondo. Inutilmente furibondo ormai.

Quando Bettino divenne presidennte  del Consiglio, i comunisti caddero nella trappola dc di fargli una opposizione frontale. Capirono tardi che i dc  delegavano ai comunisti il lavoro sporco per poi prendersi i meriti di quel tonfo del Pci. In realtà Craxi aveva un’ottima preparazione in politica estera, anche al di fuori dell’Europa. Mentre appariva meno preparato in politica  interna come gli stessi alleati dc, psdi e pri volevano dimostrare per farsi delegare in materia.

Le vicende della politica non sempre corrispondono ai desideri. Nel caso di Craxi alcuni fatti fecero apparire Bettino come l’uomo forte che l’italiano medio desiderava al governo. Fra le numerose occasioni la vicenda di Sigonella e dei caccia Usa che inseguirono accanitamente l’aereo italiano che aveva a bordo un presunto terrorista arabo. O la stessa riduzione della incidenza della scala mobile vista da quanti non ne subivano le conseguenze come un modo per Craxi di liberarsi da pesanti quanto invecchiate tutele.

Il segretario del Pci Enrico Berlinguer faccia a faccia con Bettino Craxi presidente del Consiglio

La Dc aveva acconsentito ad un governo Craxi a guida socialista purché nel corso della legislatura si alternasse con un governo a guida dc. Ma Craxi non rispettò alla lettera i patti e prolungò non di poco l’esperienza di governo sfidando i comunisti ad andare in soccorso ai dc attaccandolo e mettendolo in minoranza  assieme ad una parte della Dc. Si creò una situazione molto confusa in cui Berlinguer intuì che elezioni anticipate con Craxi momentaneamente impopolare per le vicende della scala mobile potevano giocare a favore di un Pci aggressivo su queste tematiche proprio mentre era in netta crescita il carovita. E così fu. Bettino aveva scommesso e aveva perso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.