La locandina del film “L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice” (in francese “Viens, je t’emmène”) del regista Alain Guiraudier Alain Guiraudier è un regista impegnato, che si è fatto conoscere dal grande pubblico con il tormentato “Lo sconosciuto del lago”, storia noir di una relazione omosessuale. Qui sceglie un registro leggero, con un tocco di follia che strappa agli spettatori più di una risata. Resta però fedele a se stesso, perché il nucleo centrale del film è costruito sulle reazioni che un gruppo di persone normali ha di fronte agli eventi imprevisti, come il terrorismo, la droga, l’ossessione amorosa e la gelosia La recensione di BATTISTA GARDONCINI * IL TITOLO ITALIANO, “L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice”, non rende giustizia all’ultimo film del regista Alain Guiraudier, perché l’originale “Viens, je t’emmène”, letteralmente “Vieni, ti ci porto io”, è uno slogan usato in Francia nelle campagne di sostegno ai bisognosi, fortemente evocativo per gli spettatori di lingua francese. E bisognoso lo è davvero il giovane senzatetto arabo Selim, che il solitario informatico Médéric accetta di ospitare in una notte di pioggia mentre Clermont-Ferrand è sconvolta da un attentato jihadista. Médéric è perdutamente innamorato di Isadora, prostituta di mezza età maltrattata da un marito violento, e vorrebbe salvarla. Anche lei ha un debole per...
“L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice”: tra paranoia e commedia avvolgente
Battista Gardoncini
Giornalista, già responsabile del telegiornale scientifico Leonardo su Rai 3. Ha due figlie, due nipoti e un cane. Ama la vela, la montagna e gli scacchi. Cerca di mantenersi in funzione come le vecchie macchine fotografiche analogiche che colleziona, e dopo la pensione continua ad occuparsi di scienza, politica e cultura sul blog “Oltreilponte.org”.