Carlo III è già Re d’Inghilterra dal giorno della morte di sua madre, la Regina Elisabetta II. Ma l’incoronazione, che è l’investitura formale e lo consacra anche capo della Chiesa d’Inghilterra, si è svolta sabato 6 maggio nell’Abbazia di Westminster, secondo un rito millenario. Se ne sta parlando da settimane, ma quello che pochi conoscono è il rapporto particolare che il sovrano ha con l’Italia, e il suo amore per l’arte


Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

IL NUOVO RE DI INGHILTERRA ha una autentica passione per il nostro Paese. Abile e delicato acquarellista di paesaggi gli dedicammo una mostra a Urbino nella casa di Raffaello il cui padre Giovanni Santi era stato pittore e poeta di corte lasciandolo purtroppo orfano a soli quattordici anni. La madre Magia Ciarla l’aveva perduta anche prima.

Quando venne in Urbino nel maggio 1990 doveva ricordare il contributo concesso costantemente dalla corte del suo Paese alla dimora di Giovanni Santi su per il Monte uno dei due colli urbinati, l’altro è il Poggio. Una Urbs bina insomma.

L’allora principe Carlo davanti ai suoi acquerelli esposti a Urbino nella casa di Raffaello; sotto il titolo, il Principe di Galles durante una visita nel centro storico di Jesi nel 1988 (foto di Ubaldo Ubaldi)

Delicato e intenso acquarellista di paesaggi come molti stranieri del Grand Tour Carlo III di Inghilterra è stato in dura e frontale polemica con le archistar che sotto l’impulso di Richard Rogers e di altri stavano letteralmente stravolgendo e cancellando la Londra della tradizione. Ad un convegno bolognese di studi sul piano Cervellati per il restauro filologico del centro storico Carlo fece sapere che essendo duca di Cornovaglia avrebbe fatto restaurare non meno accuratamente secondo gli stilemi della tradizione le antiche case di sua proprietà per destinarle a chi le abitava.

La sua sensibilità artistica e la sua avversione per la architettura futuribile degli archistar alla Richard Rogers si manifesterà ancora? Lo potremo constatare presto. A Urbino esordì con una frase spiritosa: “Non so cosa pensi Raffaello di quello che succede oggi in casa sua…”. Ci auguriamo in questi tempi cupi che la sua sorridente ironia non si sia spenta. L’essersi lasciato dare un leggero bacio da una spettatrice del suo primo bagno di folla davanti alla residenza reale lo lascia supporre. E sperare.

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Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.