C’è in gioco la salute a tavola e la necessità di rispettare gli obiettivi stabiliti per disinnescare la crisi climatica. Ma c’è anche la necessità di salvaguardarsi da un business governato dai padroni dell’hi tech e della finanza mondiale, che potrebbero diventare i monopolisti del nuovo cibo. La soluzione si chiama Europa, se riuscisse a diventare un riferimento globale della sicurezza alimentare (già ora è considerata il posto più sicuro dove mangiare). Sarebbe un bene per tutti, e dal punto di vista delle ricadute economiche c’è un vantaggio in più per l’Italia, paese fondatore della “dieta mediterranea”


L’articolo di VITO AMENDOLARA
Bill Gates: gli alimenti Ogm, “perfettamente sani”, potrebbero ridurre la fame e la malnutrizione

IL CIBO, FONDAMENTALE per la salute pubblica, si trova al centro di una tempesta perfetta, che rischia di pregiudicare seriamente sia la sovranità alimentare in capo ai Governi obbligati a garantirla, sia i livelli di sicurezza alimentare necessari ad assicurare la salubrità e salvaguardia dell’alimento dai rischi potenziali per la salute umana. Il cibo sintetico e il pacchetto Green deal varato dall’Ue, rappresentano i due pilastri di una strategia “silente“ che rischia di mettere sotto scacco il cibo e determinare conseguenze devastanti per la sicurezza alimentare.

In primis, il cibo sintetico apre uno scenario pericoloso rappresentato dal rischio concreto di un monopolio del cibo a livello mondiale, ad opera di un manipolo di magnati con a capo Bill Gates che da solo ha investito 50 milioni di dollari in questo “business”. Senza calcolare i danni che può causare alla salute umana, vale la pena sottolineare che l’obiettivo primario che si nasconde dietro questa strategia è rappresentata dalla convinzione che la “sovranità alimentare” è la grande sfida ma anche il più grande affare del futuro. La cartina di tornasole è rappresentata dal massiccio investimento finanziario. Nel 2021, per la sola carne artificiale, sono stati raccolti 1,4 miliardi di dollari, con una crescita del 23mila per cento rispetto al 2016, ad opera dei padroni dell’ hi tech e della nuova finanza mondiale fondatori e/o cofondatori di Google, PayPal, Microsoft, Netscape, Yahoo, per citarne solo alcuni (fonte Coldiretti).
L’altro filone interessante è rappresentato dalla strategia Green Deal dell’Ue attraverso cui l’Europa si candida a diventare il primo continente neutrale dal punto di vista delle emissioni climalteranti entro il 2050, prevedendo già dal 2030 la riduzione nell’uso di fitofarmaci e antibiotici negli allevamenti. Tale imposizione per la sola agricoltura europea acuisce l’ampio divario già esistente negli standard di sicurezza tra Europa e resto dl mondo. L’ambizioso obiettivo europeo di una corsa solitaria alla transizione ecologica in agricoltura rischia di far aumentare l’import di prodotti con bassi standard di sicurezza, promuovendo la concentrazione della produzione agricola laddove gli standard e i sistemi di controllo risultano meno robusti e diminuendo di conseguenza la produzione laddove è più sicura.
Vi sono Paesi esportatori nell’Unione europea che utilizzano fitofarmaci vietati in Europa da oltre 30 anni, nei quali i livelli di sicurezza alimentare sono di gran lunga inferiori ai nostri standard. La transizione ecologica può realizzarsi solo con il contributo decisivo di un sistema di regole commerciali capaci di promuovere direttamente e indirettamente qualità e sostenibilità anche fuori ​dai confini Europei. L’auspicio è far divenire l’Europa punto di riferimento globale, non solo perché è attualmente il più grande e performante apparato agroindustriale del Pianeta, ma perché è considerato il luogo più sicuro al mondo dove consumare cibo.
Di tale stato di cose, ne beneficerebbe in primo luogo l’Italia insieme agli altri sei Paesi riconosciuti dall’Unesco detentori della Dieta Mediterranea, il modello alimentare migliore e più sostenibile al mondo, come affermato ancora una volta per il sesto anno consecutivo dalla rivista statunitense “U.S. News & World Report”. Ma i beneficiari finali saremmo tutti noi. François de la Rochefoucald lo disse molto chiaramente con uno dei suoi aforismi: “Mangiare è necessario, mangiare con intelligenza è un’arte”. La condizione necessaria per migliorare la qualità della vita è proprio l’arte del mangiare, con consapevolezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Delegato confederale Coldiretti di Bari, precedentemente con lo stesso incarico a Reggio Emilia. Già direttore regionale della Coldiretti Campania, è attualmente presidente dell’Osservatorio Dieta Mediterranea e vicepresidente della “Federazione europea sulla sicurezza sanitaria e sicurezza animale”, con delega alla sicurezza alimentare. È componente dell'Advisor Board della European Lifestyle Medicine Organization di Ginevra. Docente a contratto presso le università Parthenope e Federico II di Napoli. Giornalista pubblicista e accademico della Cucina italiana