Il logo di “Foresta a Venezia”

Se vogliamo contrastare efficacemente i cambiamenti climatici, non possiamo permetterci di perdere i patriarchi verdi. Essi sorreggono l’equilibrio del nostro ecosistema e sono pilastri fondamentali per il pianeta e per la nostra stessa sopravvivenza. Piantato nel giardino della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, l’olivo bianco del Crisma (dono dall’associazione “Patriarchi della Natura”) da cui i monaci brasiliani ricavavano l’olio santo destinato alla cresima e all’estrema unzione. Riprodotto dal patriarca che vive ancora in Calabria, è il primo degli alberi patriarcali che andranno a popolare i principali giardini monumentali della città, formando così un itinerario alla scoperta dei giardini storici più significativi della Serenissima


◆ L’intervento di SERGIO GUIDI

La ricerca spaziale può contribuire al progetto di sostenibilità del pianeta? Una domanda decisamente stimolante con punti di vista innovativi, a cui hanno partecipato numerosi esperti di varie università italiane e straniere, enti e fondazioni, note agenzie di ricerca e scienziati internazionali. Raccolti nel primo simposio internazionale “Foresta a Venezia” a cui hanno portato il proprio contributo Nasa, EarthDna, Mit Boston, università Arizona, Fondazione Venezia capitale mondiale sostenibilità, Women G20 Italia, Unesco, Cineca. Un bell’incontro per fare il punto sul futuro del pianeta svolto venerdì 23 maggio presso il museo e palazzo della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista in Laguna. 

Piantumazione dell’Olivo del Crisma riprodotto dall’Associazione Patriarchi della Natura, piantato nel giardino della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia

Il 2025 celebra Venezia capitale mondiale della sostenibilità, e al convegno, coordinato da Laura Villani e Piero Pellegrini (rispettivamente presidente e vice del Comitato Foresta a Venezia), hanno portato il loro contributo personaggi di fama internazionale come l’astronauta Paolo Nespoli, Guillermo Trotti, presidente di Earth Dna e Dava Newmann, direttrice del Mit Media Lab della Nasa. Tra i tanti relatori presenti sono intervenuto anche io, in qualità di presidente dell’associazione “Patriarchi della Natura” e ho voluto lanciare, proprio da Venezia, un segnale di allarme per la perdita di biodiversità e dei grandi alberi che sono strategici per il nostro futuro. 

Gli alberi sono le armature della Terra e i patriarchi verdi sorreggono l’equilibrio del nostro ecosistema; sono pilastri fondamentali per il pianeta e per la nostra stessa sopravvivenza. Non possiamo permetterci di perderli, specialmente se vogliamo contrastare efficacemente i cambiamenti climatici. Il messaggio è stato recepito anche dagli scienziati della Nasa che stanno studiando proprio quali piante potranno adattarsi meglio per essere portate nello spazio. Collegato alla Biennale di Architettura e alla Biennale della Sostenibilità, il simposio s’è dato come obiettivo la promozione di una nuova consapevolezza ambientale anche attraverso le conoscenze del design spaziale. 

Nel bel giardino della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista che ha ospitato l’incontro è stato poi messo a dimora l’olivo del Crisma, donato dalla nostra associazione, caratterizzato dalle olive bianche come la neve. Il giovane olivo piantato a Venezia è stato riprodotto dal socio Orlando Sculli, partendo da  una pianta monumentale che viveva in Calabria dalla quale i monaci basiliani ricavavano l’olio santo destinato alla cresima e all’estrema unzione. È il primo degli alberi patriarcali che andranno a popolare i principali giardini monumentali di Venezia, formando così un itinerario nella città alla scoperta dei giardini storici più significativi della Serenissima. 

Le olive bianche, frutto dell’Olivo del Crisma riprodotta partendo da una pianta monumentale in Calabria

L’auspicio è che i numerosi visitatori che giungono in questa città unica al mondo possano cogliere, tra le tante bellezze storiche e architettoniche, anche l’importanza di salvare dall’estinzione i grandi alberi del passato che sono il nostro futuro. E si attivino per contribuire a salvare i patriarchi arborei dei loro paesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Agronomo ed esperto di biodiversità, ha ideato e cura la “Rete dei Frutteti della Biodiversità”, la prima in Italia, nata per conservare il germoplasma delle specie agrarie e forestali a rischio di estinzione, riproduce le specie e varietà a maggior rischio di erosione genetica a scopo conservativo e per l’implementazione della rete. Si occupa di ambiente, agricoltura e alimentazione naturale. È autore di numerose pubblicazioni e collabora con Ispra per la realizzazione della collana di quaderni sui “Frutti dimenticati e biodiversità recuperata”. È presidente dell’Associazione Patriarchi della Natura per la tutela e valorizzazione degli alberi monumentali italiani. Contatti: [email protected] - Informazioni: www.patriarchinatura.it