– Dal gennaio 2022 la Francia è diventata importatrice di energia elettrica da più grande esportatrice europea che era, e il nucleare francese ha già “messo le mani nelle tasche degli italiani”. Fenomeni di corrosione e invecchiamento generale degli impianti nucleari accentueranno nel tempo questa crisi. Per non parlare della siccità che incide sul raffreddamento dei reattori Nella foto sotto il titolo: il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, alla vetrina annuale di Giorgia Meloni: vuoi mettere che non ci scappi un altro giro di valzer dopo il 25 settembre? (credit Riccardo Antimiani/Ansa) PER QUEGLI SCIENZIATI di Calenda e Salvini il nucleare è una scelta di progresso, necessaria per il futuro. Anche per Berlusconi, dimenticando l’“amico” Sarkozy, che, a pacche sulle spalle, se lo stava impacchettando con quella vera “sola” che è l’Epr francese. Per fortuna ci pensò il “popolo sovrano” col referendum del 2011! “Piccolo e sicuro” o “nuova generazione”, il nucleare è, in realtà, roba vecchia come il cucco, agitato per mesi da Humpty Roberto Dumpty Cingolani in una campagna di “distrazione di massa” affinché nessun asset degli idrocarburi dell’Eni venisse toccato [leggi qui nota 1].  Dove sono dislocati i reattori nucleari francesi Uscendo dalla “provincia” italiana, mentre Salvini intona “Katiusha” insieme al suo procacciatore di affari russi, leggiamo: “I guai...

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