Doppietta del campione sloveno Tadej Pogačar al Tour a soli 23 anni Il giovane campione sloveno mette in bacheca il suo secondo trofeo nella corsa più importante del mondo, ad appena 23 anni. E la carovana dei ciclisti macina sospetti di doping tecnologico: che ci sarà nel mozzo della sua ruota posteriore? In attesa di prove e riscontri, l’aspetto virtuoso del ciclismo sloveno, sostenuto da anni dal ministero dello Sport, è il rapporto molto proficuo con le scuole. Gli istruttori girano per gli istituti, presentano il ciclismo, fanno provare la bici ai ragazzi interessati. Tadej Pogačar fu scoperto così, e la sua doppietta al Tour è già nella storia. Si spera nella rivalità con il colombiano Egan Bernal L’analisi di MARCHIO FILACCHIONE MERCKX VINCE IL PRIMO Tour de France a 24 anni. Pogačar ha appena messo in bacheca il secondo, e non ne ha ancora 23. Le statistiche non sono mai oro colato, ma in questo caso definiscono piuttosto bene la dimensione del ragazzo sloveno, che sulle strade francesi ha espresso una superiorità schiacciante, vincendo la prima cronometro e dominando su Alpi e Pirenei. Il ciclismo riprende un po’ dell’antico appeal quando può specchiarsi in campioni epocali, capaci di onorare se stessi e il loro mestiere su ogni terreno e lungo...
La vittoria di Pogačar al Tour de France: forte, fortissimo, per alcuni fin troppo
Marco Filacchione
Marco Filacchione, romano, ha esplorato ogni periodicità del giornalismo scritto, lavorando per mensili, settimanali, quotidiani e agenzie di stampa. Ha cominciato negli anni Ottanta con “Il Messaggero”, poi ha seguito da inviato per anni Giro d’Italia, Tour de France e classiche del Nord per il mensile “Bicisport”. In seguito si è occupato di calcio con il mensile “Newsport” e ha fatto parte della redazione del “Corriere dello Sport”, di cui è tutt'ora collaboratore. È autore di una decina di volumi di carattere sportivo.