Occorre un programma serio di eliminazione degli invadenti Ailanthus. Sarebbe utile che altre associazioni come Italia Nostra si unissero a queste campagna che va saldata a quella della ricostituzione di un Servizio Giardini degno di una Capitale. Un Servizio che esisteva e che sciaguratamente è stato praticamente distrutto dalla Giunta Veltroni-Morassut. Con i tanti specialisti del verde di cui Roma dispone si può costruire un grande piano di risanamento e rilancio del verde stradale e di quello delle Ville Storiche e di un Agro devastato dal cemento. Per la bellezza e per la salute dei romani Un giovane esemplare di Ailanthus altissima si insidia nelle mura antiche della Capitale; sotto il titolo, Piazza del Campidoglio all’imbrunire in una bella foto di Remo Casilli (credit Sintesi) Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI DA ANNI ORMAI il verde di Roma, anche quello storico, è invaso e soffocato dall’Ailanthus l’albero che puzza e che nella capitale ha avuto, grazie al lassismo generale e alla sparizione del Servizio Giardini comunale, una diffusione disastrosa. Ora leggo sulle lettere di Paolo Conti l’intervento di un altro amico ambientalista l’ambasciatore Bernardino Osio fratello di una delle colonne del Wwf, Arturo, andato sul lago di Como a curare una tenuta a bosco di famiglia. Intervento che sottolinea con forza...
L’Ailanthus alla conquista di Roma. L’albero che puzza lascia indifferente il Comune
Vittorio Emiliani
Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.