Con decine di orsi marsicani catturati, manipolati e rilasciati non si riesce a raccogliere e conservare materiale genetico. Se a rischio ci fosse la stabilità del Colosseo, del Duomo di Milano o di Rialto, il Paese si mobiliterebbe. Eppure, sono tutti “valori” paragonabili a quello della specie animale più carismatica del patrimonio faunistico italiano. Dal 2018 un documentato check up del Wwf giace nei cassetti del ministero dell’Ambiente L’analisi di GIORGIO BOSCAGLI, Società italiana per la storia della fauna ⚈ Ci siamo diffusi, nella prima parte di questo articolo, sugli orsi problematici e sulle esigenze di dissuasione degli esemplari troppo confidenti. Ragioniamo, ora, su come mettere mano, prima che sia troppo tardi, alla banca genetica dell’orso marsicano. È questo il tema-principe che mi ha spinto a scrivere. Sull’Ursus arctos marsicanus sono state realizzate ricerche che prevedono catture e manipolazioni da almeno trent’anni e fino ad oggi. Praticamente senza interruzione. Ad adiuvandum, al Centro Visite di Pescasseroli e in altre Aree faunistiche del Parco sono vissuti in cattività, per diversi anni, alcuni esemplari recuperati (cuccioli) malridotti in natura, sia maschi che femmine [1].  Ricordo con lucida chiarezza – inizio anni ’90, all’epoca biologo-ispettore di sorveglianza del Parco – gli scambi di idee sull’argomento che si infrangevano contro le difficoltà economiche e...

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Laureato in Scienze Biologiche alla Sapienza di Roma nel 1978, da sempre si occupa di studi e ricerche su comportamento, ecologia, problemi di gestione e conservazione mammiferi carnivori: lupo degli appennini e orso bruno marsicano. Ha elaborato e applicato al territorio italiano il wolf-howling, per la stima delle popolazioni di lupi. Nella vasta pubblicistica ha contribuito alla realizzazione di film, documentari, e monografie; tra queste “Nidi e Tane” per Longanesi, “Il Lupo”, per Lorenzini, “L’Orso”, sempre per Lorenzini e numerose altre pubblicazioni. È stato, fra l’altro, ispettore di sorveglianza al Parco nazionale d’Abruzzo, direttore del Parco regionale Sirente-Verino, poi del Parco nazionale Foreste Casentinesi. Si occupa, inoltre, di Formazione professionale nel monitoraggio faunistico di campo, nonché di organizzazione e gestione strutture e personale di sorveglianza su ambienti naturali.