Paparazzo, ma non solo. Perché è stato uno dei fotografi della Dolce Vita, ma anche capace di immortalare le miserie della Capitale, la città in cui ha vissuto dopo l’adolescenza passata nel paese della provincia dove è nato, Olevano Romano. Carlo Riccardi se ne è andato a 96 anni dopo una vita pienissima, vissuta scatto dopo scatto, con una lunga carriera cominciata quando gli Alleati gli affidarono un piccolo ufficio che divenne la sua “camera oscura” dove sviluppare, stampare e colorare a mano le fotografie dei soldati americani. Dopo qualche anno conosce Ennio Flaiano, e la sua carriera comincia a risplendere fino a formare un formidabile archivio e a fondare un’agenzia di stampa, l’Agr, ora affidata al figlio Maurizio. Ecco la sua storia
Il ricordo di CESARE PROTETTÌ
CARLO RICCARDI È MORTO A 96 ANNI ricordando tutto, fino all’ultimo, della sua straordinaria vita di fotografo. Per lui l’ultimo saluto il 15 dicembre nella chiesa di Santa Maria in Montesanto, più nota come la “Chiesa degli artisti” di Piazza del Popolo a Roma. Io l’avevo incontrato, l’ultima volta, nel corso di una grande festa per i suoi 90 anni organizzata per lui dal figlio Maurizio: era ancora carico di energia e di progetti per il futuro. Una vita pienissima, quella di Carlo, vissuta in gran parte a Roma, una città che, solo un anno fa, aveva riassunto in 60 scatti in bianco e nero nella mostra “Roma, Miseria Bellezza Coraggio”, alla Galleria Spazio 5. Dalla rinascita della capitale dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale fino all’alba del boom economico, anni che il cinema ha trasformato in mito per l’immaginario collettivo.
La mostra si inquadrava in un progetto promosso dalla Regione Lazio sul recupero della memoria storica, al quale i Riccardi, padre e figlio, hanno partecipato con una porzione in gran parte inedita dell’ingente tesoro di immagini custodito nell’Archivio fotografico Riccardi. Si tratta di oltre 3 milioni di negativi di foto: dai soldati alleati di stanza nella Roma appena liberata ai personaggi della Dolce Vita e ai protagonisti di eventi importanti per la storia del nostro Paese.

Paparazzo per eccellenza, amico di Fellini e Flaiano, Carlo Riccardi era nato il 3 ottobre 1926 a Olevano Romano, cittadina in provincia di Roma, famosa per essere stata meta di numerosi pittori europei fin dalla fine dell’800. Qui, durante la sua infanzia, la famiglia di Riccardi ospitò diversi artisti inglesi e danesi e qui Carlo iniziò ad appassionarsi all’arte e a familiarizzare con diverse lingue straniere. Trasferitosi a Roma con la sua famiglia, grazie alla sua capacità di comunicare e tradurre comunicazioni anche importanti, ricevette dagli Alleati un piccolo ufficio dove iniziò a sviluppare, stampare e colorare a mano le foto che poi venivano vendute agli stessi marines e spedite alle famiglie negli Usa.

In quel frangente un ragazzo che di lì a poco sarebbe divenuto famoso in tutto il mondo colse l’opportunità di sfruttare il “mercato” offerto dai militari americani proponendo le proprie caricature al posto delle foto. Da quel momento inizia la “concorrenza” che a breve diventerà una grande amicizia con Federico Fellini. Contemporaneamente, grazie al padre, Carlo conosce personalmente anche Ennio Flaiano, che lo prese in simpatia e cominciò a portarlo con sé agli eventi mondani e nelle uscite a Via Veneto dove iniziava quella “dolce vita” che lo stesso Flaiano avrebbe descritto nel soggetto del film premio Oscar del 1960. Nasce così il personaggio del “paparazzo”, divenuto antonomasia del fotografo specializzato nel catturare di nascosto o di sorpresa situazioni particolari che coinvolgevano personaggi noti.
Da quel momento iniziano le foto a via Veneto, le dritte dei camerieri e dei portieri d’albergo; iniziano le corse in bici, in “topolino” e a piedi per raggiungere, da una parte all’altra di Roma, gli attori italiani e quelli americani; iniziano gli appostamenti e le litigate, inizia la corsa allo scoop scandalistico. I suoi ragazzi di bottega diventeranno negli anni seguenti tra i personaggi più influenti del glamour romano, divenendo essi stessi protagonisti di quel mondo. Carlo Riccardi è più concentrato sul fotogiornalismo. Collabora con decine di giornali fino a fondarne uno suo: la rivista VIP, una raccolta di fatti, eventi e personaggi lontana, però, dalla ricerca dello “scandalo” a tutti i costi.
Le fotografie di Riccardi non si sono limitate a raccontare la vita sociale ed economica del dopoguerra, ma hanno immortalato la nascita di realtà che tutt’ora segnano e influenzano culturalmente, economicamente e politicamente il Paese: dalla Cisl all’Enel, dal Premio Strega ai vari trattati che hanno dato vita all’Unione Europea. Nel suo archivio (www.archivioriccardi.it), gestito da suo figlio Maurizio (anche lui fotografo e titolare dell’Agenzia AGR), Riccardi ha raccolto foto di manifestazioni, congressi, personaggi noti e meno noti, grandi eventi sportivi, i “dietro le quinte” cinematografici, tutte le elezioni papali da Giovanni XXIII a Francesco, la vita sociale, culturale e rurale del Paese dal 1945 al 2001.
Riccardi ha alternato la ritrattistica di grandi attori, scrittori, politici e imprenditori a quella di bambini, contadini, operai, donne e uomini che non facevano notizia, ma che a distanza di anni mostrano il vero volto dell’Italia del secolo scorso. Dalle baraccopoli all’inizio del boom economico agli anni di piombo. Un’attività di documentazione che è sfociata anche nella denuncia costante dell’abbandono delle opere d’arte e dei monumenti italiani, denuncia rafforzata anche attraverso performance artistiche che avevano come scopo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica ma soprattutto le amministrazioni sullo stato di degrado in cui versava il patrimonio culturale italiano: nel 1986 con una delle sue maxi-tele (tele dipinte con vari stili e cucite per formare opere di centinaia di metri) “incravattava” l’obelisco di una Piazza del Popolo trasformata in un enorme parcheggio nel cuore di Roma.
Il lavoro di Carlo Riccardi prosegue oggi nell’impegno dell’agenzia fotografica AGR (gestita, come detto, dal figlio Maurizio) fondata nel 1992, che fornisce alle principali testate giornalistiche ed emittenti televisive, nazionali e internazionali, fotografie e immagini di archivio di cronaca, politica, economia, sport e spettacolo. Nel 2011 Agr dà vita alla testata giornalistica online AgrPress.it, diretta da Maurizio Riccardi, alimentata dall’impegno quotidiano collettivo di giornalisti, fotografi, videomaker, artisti, curatori, ma anche professionisti di diverse discipline. Di questo impegno abbiamo dato testimonianza — con Stefano Polli, vicedirettore dell’Ansa — in un paragrafo nella seconda edizione del nostro volume “È l’agenzia, bellezza!” (Istimedia, 2021), colmando una lacuna della prima edizione del 2007, nella quale non avevamo dato il giusto spazio al racconto per immagini e alle agenzie fotografiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA