Dacia Maraini, scrittrice, poetessa e saggista Da bambina, nel 1943, i suoi genitori non si erano piegati alla Repubblica di Salò e fu internata in un campo di concentramento in Giappone. In questa intervista a “Italia Libera”, la scrittrice, saggista e poetessa condanna la corsa al riarmo e la decisione dell’Italia di aumentare la spesa militare al 2% del Pil. Sottolinea che «l’arte e la cultura possono salvarci dall’atrocità della guerra» con un richiamo ai valori dell’umanità, in particolare ora, con tanti morti e quasi 4 milioni di profughi (in maggioranza donne e bambini) scappati dall’Ucraina, dalle bombe e dalla morte. Contro il crimine odioso dello stupro ha parole durissime: «Lo stupro è un’arma di umiliazione del nemico. L’uomo che stupra lo fa per imporre il suo dominio, per colpire la donna nel suo luogo più sacro, dove dà alla luce la vita» L’intervista di ANNA MARIA SERSALE con DACIA MARAINI PUTIN CAMBIA STRATEGIA. Sembra ridimensionare i piani, limitando il conflitto alla “liberazione” del Donbass per garantirsi la continuità territoriale tra Russia e Crimea. Per il “fine-guerra” lo zar ha indicato una data simbolo, il 9 maggio, giornata in cui Mosca celebra la vittoria sul nazismo. Ma le tensioni internazionali restano, la pace appare lontana e quello che accade rievoca le immani tragedie...

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Giornalista professionista, ha lavorato al “Messaggero” dal 1986 al 2010. Prima la “gavetta” in Cronaca di Roma, fondamentale palestra per fare esperienza e imparare il mestiere, scelto per passione. Si è occupata a lungo di degrado della città, con inchieste sugli abusi che hanno deturpato il centro storico. Dal 1997 ha lavorato alle Cronache italiane, con qualifica di vice caposervizio, continuando a scrivere. Un filo rosso attraversa la sua carriera professionale: scuola, università e ricerca per lei hanno sempre meritato attenzione, con servizi e numerose inchieste.