Risucchiati dalla crisi pandemica sono spariti in un anno 590.000 posti di lavoro dipendenti e 355.000 autonomi. Il crollo ha travolto quasi esclusivamente l’occupazione femminile. Secondo l’Istat, dei 444.000 posti di lavoro bruciati da novembre 2019 a novembre 2020 ben 312.000 erano ricoperti da donne, con una perdita secca del 70%. Le risorse del Recovery sono destinate alle due transizioni strategiche, digitale ed ecologica. In questi settori l’occupazione maschile prevale per 85%. Benché più brave dei loro colleghi maschi, le donne laureate nelle discipline scientifiche matematiche e tecnologiche sono il 16%, contro il 37,3% dei maschi. Uno svantaggio storico da superare L’inchiesta di ANNA MARIA SERSALE Disoccupazione e povertà 444.000 i posti di lavoro persi da novembre 2019 a novembre 2020; di cui 312.000 femminili (70%). 101.000 i posti di lavoro persi nel solo mese di dicembre 2020, di cui 99.000 femminili, pari al 98%.22.197.000 gli occupati a febbraio 2021; rispetto al febbraio 2020 sono 945.000 in meno (- 4,1%). Di questi 445.471 avevano contratti a termine. Da 35 a 44 anni l’età prevalente dei lavoratori-lavoratrici penalizzati dalla cassa integrazione o dal mancato rinnovo dei contratti a termine. 1,8 milioni gli individui che alla scadenza degli ammortizzatori sociali o del divieto di licenziamento (per ora fissato al 30 giugno) temono di...

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Giornalista professionista, ha lavorato al “Messaggero” dal 1986 al 2010. Prima la “gavetta” in Cronaca di Roma, fondamentale palestra per fare esperienza e imparare il mestiere, scelto per passione. Si è occupata a lungo di degrado della città, con inchieste sugli abusi che hanno deturpato il centro storico. Dal 1997 ha lavorato alle Cronache italiane, con qualifica di vice caposervizio, continuando a scrivere. Un filo rosso attraversa la sua carriera professionale: scuola, università e ricerca per lei hanno sempre meritato attenzione, con servizi e numerose inchieste.