L’inedita imposizione della vaccinazione per quasi tutte le attività della vita sociale ha trasformato la libertà individuale rispetto alle cure in un dovere per il cittadino, distorcendo il dettato costituzionale. Il secondo comma dell’art. 32 ribalta il consueto rapporto tra la libertà e l’autorità, fra il diritto e la possibilità del sovrano di limitarlo. Un’originalità assoluta del costituzionalismo novecentesco inserita su impulso di Aldo Moro. Solo se dal trattamento deriva un doppio beneficio, per la salute individuale e per quella collettiva, il trattamento obbligatorio è legittimo. Se, invece, l’attuale vaccino non incide sulla trasmissione del contagio manca il presupposto stesso del beneficio per la collettività e tutti gli obblighi e gli oneri collegati alla vaccinazione non trovano giustificazione in questa interminabile emergenza L’analisi di CARLO IANNELLO, giurista L’obbligo vaccinale per categorie di lavoratori stravolge la materia delle vaccinazioni obbligatorie, dando per scontata la legittimità costituzionale della normativa; sotto il titolo, l’aula della Corte Costituzionale nel Palazzo della Consulta IL GOVERNO HA introdotto l’obbligo vaccinale per categorie di lavoratori e una inedita imposizione concernente la vaccinazione per quasi tutte le attività della vita sociale, a partire dai 12 anni di età. Si è stravolta così la materia delle vaccinazioni obbligatorie che normalmente concerne una sola attività, lasciando impregiudicate tutte le altre libertà per chi rifiuta il trattamento (ad esempio,...
Covid 19. «L’obbligo vaccinale ha cancellato, di fatto, il secondo comma dell’articolo 32 della Costituzione»
Carlo Iannello
Napoletano, è professore di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli dove insegna Diritto dell’ambiente, Diritto pubblico dell’economia e Biodiritto. È stato visiting professor presso università francesi (Paris 2 Panthéon Assas, Università Du Maine, Università di Toulouse). È autore di ricerche sui servizi pubblici locali e nazionali, sul regionalismo differenziato, sui diritti fondamentali, sul tema «Salute e libertà. Il fondamentale diritto all’autodeterminazione individuale». Da sempre impegnato in battaglie civili a difesa del patrimonio storico, artistico e paesaggistico e contro l’assalto ai beni collettivi. Componente dell’Assise di Palazzo Marigliano dal 2004, tra il 2011 e 2016 è stato consigliere comunale a Napoli e presidente della Commissione urbanistica. Carica da cui si è dimesso, in polemica con la proposta dell’amministrazione di ricapitalizzare la società “Bagnoli Futura” con beni pubblici appartenenti al patrimonio indisponibile dell’ente. Di lì a poco la “Bagnoli Futura” fallì.