Le curve “militarizzate” dagli ultrà razzisti sono diventate la palestra della violenza verbale che tracima quasi sempre in violenza fisica, dentro e fuori gli stadi. Le istituzioni, del calcio e non solo, non possono più volgere lo sguardo altrove
La LETTERA APERTA
CRESCE SEMPRE PIÙ il razzismo negli stadi di calcio, dalle serie minori (raccontati da un bellissimo documentario di Pif che bisognerebbe proiettare nelle scuole) alla serie A, e le società e la Federazione Calcio non fanno nulla per stroncare un fenomeno di inciviltà, di vera e propria barbarie sportiva. E non solo.
Bisogna invece prendere misure drastiche, avvertibili, palesi contro uno fenomeni più diseducativi in un Paese come il nostro la cui popolazione cresce a livello giovanile sempre con l’apporto di ragazze e ragazze che, per esempio nella atletica leggera, sta diventando essenziale a cominciare dall’avvento di Fiona May ed ora di altri talenti come Crippa e altri, per non parlare del formidabile primatista del mondo Jacobs formatosi totalmente in Italia.
Ma nel calcio tutto va diversamente e purtroppo è in quegli stadi che si ammassano folle di tifosi dagli adulti ai ragazzini ed è lì che bisogna incidere il bubbone prima che sia davvero troppo tardi e che sia diventato una piaga senza rimedi. Ma che fa la Federcalcio? che fanno le Società? Nulla di nulla. E invece è il momento di agire con interventi incisivi, educativi, avvertibili, come le sospensioni dei match o le squalifiche dei campi. Misure che gridino forte che anche il calcio è uno sport, uno dei più belli del mondo.
Gli scontri tra ultrà di Roma e Napoli sulla autostrada A1 domenica 8 gennaio, con tafferugli e un ferito nella stessa area di servizio dove morì Gabriele Sandri l’11 novembre del 2007, dimostrano che la violenza verbale alimenta quella fisica e va fermata senza altri indugi.
Primi firmatari
Vittorio Emiliani, giornalista e scrittore
Francesco Mezzatesta, medico e naturalista
Giorgio Boscagli, biologo e direttore di Parchi naturali
Maurizio Chierici, giornalista e scrittore
Jean-Paul Theurillat, biologo e docente universitario
Fabio Garbari, già presidente della Società Botanica Italiana e direttore dell’Orto botanico di Pisa