Per il presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo le scuse tardive di Ignazio La Russa non bastano: l’attentato di Via Rasella del Gruppo di Azione Patriottica fu «una cruciale azione di guerra contro l’occupante nazista» (credit Ansa/Mourad Balti Touati) Secondo l’ultima trovata provocatoria del Presidente del Senato, in Via Rasella «i partigiani uccisero una banda musicale di semi pensionati, non SS». “Musicanti” molto speciali, i soldati del battaglione “Bozen”, armati di pistole automatiche e bombe a mano alla cintola, «costretti a cantare mentre marciavano in formazione», ha scritto lo storico Alessandro Portelli che sulla strage delle Fosse Ardeatine ha pubblicato studi e ricerche; un corpo di polizia affiliato alle SS nell’occupazione tedesca della Capitale e in altre città italiane messe sotto il tallone di ferro dell’esercito nazista. Inciampo storico o provocazione politica deliberata, «le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza» ha dichiarato il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Ventiquattro ore dopo il suo squallido show nello studio di “Libero” la seconda carica dello Stato prova a scusarsi: «Ho sbagliato a non dire che furono uccisi soldati nazisti» ma, per l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, «La Russa dovrebbe dimettersi» Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI EVIDENTEMENTE È...

Questo contenuto è riservato ai soli abbonati.

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.