Gli orrori della guerra si ripetono ad ogni conflitto. Nell’inverno del 1944 la Divisione tedesca Turkestan dilaga con feroci rastrellamenti, violando tutte le donne incontrate sul suo cammino. Nella quasi impotenza militare delle Brigate antinaziste. Anche i partigiani (e i medici cattolici), con grande umanità aiutarono le donne ad interrompere centinaia di gravidanze. Un gesto illuminato che ci auguriamo venga seguito anche nella cattolicissima Polonia, dove si sono rifugiate le profughe ucraine violate dai russi Il commento di VITTORIO EMILIANI Soldati della Turklegion, Divisione del Turkestan con Calmucchi arruolati dai nazisti LA NOTIZIA SECONDO la quale le autorità polacche non concederebbero alla donne ucraine violentate dagli invasori russi, rifugiatesi nel vicino Stato, la possibilità di abortire secondo i precetti molto restrittivi della Chiesa e delle associazioni cattoliche della Polonia mi ha riportato alla mente un analogo lontano terribile episodio. Siamo infatti nell’inverno del 1944, fra l’altro fra i più nevosi, e la Divisione Turkestan formata da Calmucchi traditori unitisi ai nazi-fascisti viene inviata dal Ravennate nelle Valli dell’Oltrepò Pavese per compiervi un vasto e feroce rastrellamento. Impossibile reagire a tante forze armate e il rastrellamento non risparmia niente e nessuno. Tutte le donne trovate nei casolari e nei villaggi vengono violentate, dalle giovani alle anziane. Le Brigate partigiane non sono...

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Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.