Alla vigilia dell’apertura della Cop27 a Sharm el Sheik, l’ex direttore del giornale di Via Solferino accende i riflettori sulle esperienze sociali e produttive che hanno abbracciato l’orizzonte dell’economia green. Realtà economicamente rilevanti che non trovano rappresentanza adeguata nella Confindustria di Bonomi, né risposte istituzionali dalle Regioni, né spazio informativo sulla grande stampa. Eppure lo sviluppo delle energie green ci renderebbero un Paese...

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Scienziato e politico, leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente. Primo firmatario, con Alex Langer, dell’appello (1984) per Liste Verdi nazionali. Alla Camera per i Verdi (1987-2001) ha portato a compimento la chiusura del nucleare, le leggi su rinnovabili e risparmio energetico, la legge sul bando dell’amianto. Presidente delle due prime Commissioni d’inchiesta sui rifiuti (“Ecomafie”): traffici illeciti nazionali e internazionali; waste connection (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin); gestione delle scorie nucleari. Tra gli ispiratori della Green Economy, è stato a fianco della ribellione di Scanzano (2003) e consulente scientifico nelle azioni contro la centrale di Porto Tolle e il carbone dell’Enel (2011-14). Co-presidente del Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco (2005-14). Tra i padri dell’ambientalismo scientifico, suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020) (https://www.researchgate.net/profile/Massimo-Scalia)