Il quartier generale della Wagner a San Pietroburgo; sotto il titolo, Evgenij Prigozhin e il capo del Cremlino Vladimir Putin quando andavano d’amore e d’accordo Lo schianto dell’aereo in cui si dà per certo viaggiassero Evgenij Prigozhin, il capo dei mercenari della Wagner, e il suo vice Utkin, lascia irrisolti alcuni dettagli che potrebbero nascondere scenari diversi da quelli immaginati. Che Prigozhin fosse “un morto che cammina” era opinione diffusa. Il suo destino, dopo essersi rivoltato a Putin, era scontato nonostante l’apparente perdono dello Zar. Ma nel puzzle di questa vicenda potrebbe emergere un retroscena inaspettato Il commento di MAURIZIO MENICUCCI IL 23 GIUGNO, EVGENIJ PRIGOZHIN si era fermato sull’autostrada a duecento chilometri da Mosca. Il 23 agosto è stato fermato nel cielo a trecento chilometri dalla Capitale. Per lui non ci sarà una terza volta e la lampante coincidenza delle date porterebbe a escludere che si tratti di un incidente. Tuttavia, quando c’è di mezzo la Russia, specie quella attuale, i dettagli nascondono sempre altre verità, in un esasperante gioco di specchi che – questa, in fondo, la strategia dai tempi dell’Urss – le vota tutte all’equivalenza. E allora è utile approfondire, se non altro per comprendere che non tutto, in questa ‘vendetta tiepida’, quadra nei tempi e nei modi....
Il giallo Prigozhin. Le ipotesi dietro la tragedia, cosa può succedere, cosa teme Putin
Maurizio Menicucci
Inviato speciale per il telegiornale scientifico e tecnologico Leonardo e per i programmi Ambiente Italia e Mediterraneo della Rai, ha firmato reportage in Italia e all’estero, e ha lavorato per La Stampa, L’Europeo, Panorama, spaziando tra tecnologia, ambiente, scienze naturali, medicina, archeologia e paleoantropologia. Appassionato di mare, ha realizzato numerosi servizi subacquei per la Rai e per altre testate.