NEI GIORNI DEL Qatargate, lo scandalo che ha investito il Parlamento europeo, “Il Nouvel Observateur”, “L’Obs”, ripubblica l’intervista a tre giudici di alto livello, il francese Renaud Van Ruymbeke, il belga Michel Claiseun e l’italiano, Gherardo Colombo, fatta tre anni fa sui problemi della giustizia in Europa. I tre magistrati sono parte del gruppo che ventitré anni prima elaborò il manifesto di Ginevra su scopi e modus operandi dei membri comunitari. L’incontro tra i tre giudici — legati non solo dalle collaborazioni su inchieste giudiziarie ma da una consapevolezza profonda della giustizia come valore sociale — evidenzia che non può esservi Europa se non vi è una seria politica su alcuni temi cruciali, quali il rapporto terrorismo e finanziamenti occulti, corruzione, nazionalismo finanziario. Difficile fare una sintesi accurata dell’incontro. I temi trattati sono amplissimi e non solo di carattere tecnico funzionale. Si parla anche di filosofia, di etica sociale, dell’isolamento del giudice in un mondo a basso senso di responsabilità, eclissi di valori. Ove, fa osservare Colombo, la repressione fa aggio sulla formazione e l’educazione, e dove, come constata amaramente il nostro magistrato, «i soldi invadono tutto». I tre giudici non sono, con gradi diversi, ottimisti ma, ricordando Albert Camus, non possono non ribellarsi: quasi un imperativo categorico. Senza giustizia non c’è  società. A questo link l’intervista di Mathieu Delahousse pubblicata il 27 giugno 2019 su L’Obs con il titolo “Il denaro sporco è dappertutto”: https://www.nouvelobs.com/justice/20190627.OBS14985/l-argent-sale-est-partout-le-cri-d-alarme-de-trois-juges-europeens.html. (rassegna stampa a cura di Toni Ferigo) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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